Gentile professoressa,
ho un figlio che ha iniziato
quest’anno la scuola media,
e l’inizio è stato particolarmente
problematico. Alla scuola elementare,
le maestre permettevano ai
bambini di alzarsi spesso, non era
richiesto il permesso per buttare la
carta nel cestino e men che meno
dovevano alzarsi in piedi all’arrivo
dell’insegnante. Ora, arrivati alla scuola
media, questi bambini ogni giorno
si sentono dire che devono imparare
a stare al loro posto e a noi genitori alla
riunione di classe è stato detto che non
sono “scolarizzati”. Non le sembra
un po’ una esagerazione? O forse non
sarebbe opportuno pretendere altre
cose rispetto all’alzarsi in piedi?
CARLA
— Cara Carla, come è duro crescere
e come ci sembrano a volte eccessive
e insensate le richieste degli adulti
in generale e degli insegnanti in
particolare. Sono sicura che per te come
per me non era un problema alzarsi
in piedi quando arrivava l’insegnante.
Ovviamente la scuola di oggi è per
molti aspetti diversa da quella che
abbiamo vissuto, e per fortuna molte
formalità sono state archiviate.
Quello che purtroppo non è cambiato
è lo spazio a disposizione, mentre
il tempo a scuola è diventato lungo,
soprattutto alla scuola elementare.
Oggi la maggior parte dei bambini
frequenta il tempo pieno, e per
le maestre è davvero difficile gestirli
per così tante ore pretendendo pure che
stiano sempre dietro il banco come gli
scolaretti del “libro Cuore”. Così tocca
agli insegnanti della scuola media
scolarizzare, gran brutto termine,
quei bambini che stanno diventando
adolescenti. In alcuni casi però non ci
si rende conto che puntando tutto sul
controllo, si potrebbero alla lunga creare
dinamiche ancora più difficili da gestire.
Detto ciò, credo che sia giusto chiedere
ai ragazzi un momento di attenzione
per l’ingresso in classe dell’insegnante.
Non è né una richiesta eccessiva né
tanto meno autoritaria. Anzi quella
che può sembrare solo forma è in realtà
sostanza; quel semplice gesto serve per
segnare un momento di rottura tra il
prima e il dopo, per rimettere ordine
nell’inevitabile disordine che si crea
quando un insegnante esce e un altro
entra, dando così a tutti la possibilità
di ricordare dove siamo e cosa stiamo
facendo.
Credo che gli insegnanti
di suo figlio abbiano voluto sottolineare
come questo piccolo gesto faccia parte
di quella buona educazione che
solo scuola e famiglie alleate possono
efficacemente insegnare. Cara amica,
certe formalità come questa
che possono sembrare un inutile
esercizio di autocontrollo a volte sono
quelle che nella vita potrebbero anche
fare la differenza. Oltre, ovviamente,
alle nostre conoscenze e capacità.