Le due lettere di Cristina e di Adolfo (FC n.
20/2016) mi sono rimaste impresse e ancora oggi
suscitano in me un profondo malessere. A Cristina
vorrei dire di guardare un po’ i telegiornali.
E riflettere, in particolare, su quanto succede in
Siria con la guerra. Ad Aleppo, ogni giorno, tanti
bambini muoiono sotto le bombe, soffrono la
fame e la sete o fuggono dalle loro case distrutte.
Come si può pensare che la foto in copertina di un
bambino vittima di guerra possa dare fastidio o
provocare disagio, al punto da chiedere di mettere
al suo posto immagini dei nostri bimbi sorridenti
e felici al mare? Ad Adolfo vorrei dire che anch’io
sono nonna di sei nipotini, ma dal giorno che ho
ricevuto Famiglia Cristiana con quella foto, non ho
più tolto il giornale dalla circolazione. Anzi, l’ho
lasciato ben in vista, affinché anche i più piccoli
si rendessero conto di quanto sono fortunati,
al contrario di tanti loro coetanei che nel mondo
soffrono o muoiono senza averne alcuna colpa. Gli
“scoop” sui bambini li fanno i giornali scandalistici,
non certo Famiglia Cristiana, che ogni settimana
ci fa vedere la realtà di ciò che succede nelle zone
martoriate dalla guerra, scuotendoci dalla nostra
indifferenza.
ANNA - Savona
Chiudere gli occhi sulla realtà, come gli struzzi
che mettono la testa sotto la sabbia, non giova a
nessuno. Tanto meno ai nostri ragazzi, che devono
crescere con i piedi per terra, confrontandosi con le
gravi situazioni di disagio in cui vivono o sopravvivono
tanti loro coetanei nel mondo. Non si tratta di
terrorizzarli o scioccarli con immagini forti o cruente,
ma di far capire loro che in tanti Paesi migliaia di
bambini muoiono per fame, scarsità d’acqua o sotto
le bombe. Occorre responsabilizzarli in modo consono
alla loro età. Ma va fatto.