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Perché ci infastidiscono i bambini vittime della guerra

01/12/2016 

Le due lettere di Cristina e di Adolfo (FC n. 20/2016) mi sono rimaste impresse e ancora oggi suscitano in me un profondo malessere. A Cristina vorrei dire di guardare un po’ i telegiornali. E riflettere, in particolare, su quanto succede in Siria con la guerra. Ad Aleppo, ogni giorno, tanti bambini muoiono sotto le bombe, soffrono la fame e la sete o fuggono dalle loro case distrutte. Come si può pensare che la foto in copertina di un bambino vittima di guerra possa dare fastidio o provocare disagio, al punto da chiedere di mettere al suo posto immagini dei nostri bimbi sorridenti e felici al mare? Ad Adolfo vorrei dire che anch’io sono nonna di sei nipotini, ma dal giorno che ho ricevuto Famiglia Cristiana con quella foto, non ho più tolto il giornale dalla circolazione. Anzi, l’ho lasciato ben in vista, affinché anche i più piccoli si rendessero conto di quanto sono fortunati, al contrario di tanti loro coetanei che nel mondo soffrono o muoiono senza averne alcuna colpa. Gli “scoop” sui bambini li fanno i giornali scandalistici, non certo Famiglia Cristiana, che ogni settimana ci fa vedere la realtà di ciò che succede nelle zone martoriate dalla guerra, scuotendoci dalla nostra indifferenza.

ANNA - Savona

Chiudere gli occhi sulla realtà, come gli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia, non giova a nessuno. Tanto meno ai nostri ragazzi, che devono crescere con i piedi per terra, confrontandosi con le gravi situazioni di disagio in cui vivono o sopravvivono tanti loro coetanei nel mondo. Non si tratta di terrorizzarli o scioccarli con immagini forti o cruente, ma di far capire loro che in tanti Paesi migliaia di bambini muoiono per fame, scarsità d’acqua o sotto le bombe. Occorre responsabilizzarli in modo consono alla loro età. Ma va fatto.

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