Nessuno oggi contesta il diritto di due persone omosessuali a volersi bene e unire le loro vite in un rapporto che dura tutta la vita. Il problema è se questo rapporto debba avere un riconoscimento giuridico di tipo matrimoniale, cioè un rapporto che non solo lega due persone tra di loro (amore unitivo), ma evolve rendendole capaci di creare vite nuove (amore procreativo). L’amore omosessuale non porta in sé la valenza procreativa, per cui non è equiparabile per natura e responsabilità all’amore eterosessuale.
Entrambi sono amori, ma molto diversi, per cui non possono avere riconoscimenti identici. Non posso chiedere di partecipare alle gare di “formula uno” se ho una semplice 500. Sono tutte macchine, ma avendo prestazioni diverse hanno diritti diversi. E non è vero che la scienza ha dimostrato che è indifferente per un bimbo avere due papà o un papà e una mamma. Per capirlo basta riflettere sulla propria esperienza personale nel rapporto con papà e mamma.