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martedì 22 aprile 2025
 
Santa Messa & liturgia
 

Perché non dire «in piedi» alle orazioni presidenziali?

29/07/2021  Un lettore ci scrive: «Come mai il presidente dell’assemblea non dice ai fedeli di alzarsi in piedi durante le tre orazioni presidenziali (Colletta, sulle offerte e dopo la Comunione)?». Ecco la risposta del teologo don Silvano Sirboni

SERGIO B. - Come mai il presidente dell’assemblea non dice ai fedeli di alzarsi in piedi durante le tre orazioni presidenziali (Colletta, sulle offerte e dopo la Comunione)?

Se dopo mezzo secolo dalla riforma liturgica del Vaticano II è ancora necessario dire ai fedeli di alzarsi in piedi (se non lo sono già come prima della Colletta!) durante le orazioni presidenziali ciò significa che a quell’assemblea è mancata un’adeguata formazione teorica e soprattutto pratica. Non si tratta di semplice cerimoniale esteriore, ma di un atteggiamento teologico-simbolico. Infatti, chi presiede pronuncia le orazioni sempre alla prima persona plurale, cioè presta la sua voce all’assemblea che è il soggetto integrale celebrante (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica 1140-1141). Pertanto tutti i fedeli assumono l’atteggiamento sacerdotale. Può succedere che alcune assemblee liturgiche occasionali, specie per matrimoni e funerali, non siano del tutto idonee a esprimere correttamente questo ruolo sacerdotale. In tal caso, chi guida la celebrazione (commentatore), oppure lo stesso presidente, sebbene non sia questo il suo compito, può invitare con discrezione l’assemblea ad alzarsi in piedi.

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