Un barcone di migranti assistito dalla nostra Marina Militare (Reuters).
Puntuali come da previsioni, sono ricominciati gli sbarchi. I barconi arrivano dal mare con il loro carico di disperazione, miserie e speranze, e non non sappiamo che fare. 1.200 migranti sulle nostre coste negli ultimi giorni, a conferma di quanto aveva dichiarato Angelino Alfano, ministro dell'Interno: nei primi tre mesi e mezzo del 2014 sono arrivate via mare 20.500 persone (delle quali 2.370 minorenni non accompagnati), contro le 2.500 dello stesso periodo del 2013. Un flusso pari a quello del 2011.
In questo Paese schizofrenico, che ancora sopporta le sparate della Lega Nord, questi semplici dati dovrebbero far riflettere. Ecco alcune considerazioni:
1. il picco di arrivi si è avuto, come dice Alfano, nel 2011, cioè più di un anno dopo l'approvazione e l'entrata in vigore del cosiddetto "reato di clandestinità". Servono altre dimostrazioni del fatto che tale "reato" non è per nulla servito a scoraggiare l'immigrazione illegale? Serve altro per capire che si trattava della solita bufala propagandistica?
2. le date ci dicono chiaramente che questa non è un'immigrazione "economica" ma una fuga dalla guerra. E' la paura a spingere questa gente, non la ricerca di un lavoro. Non a caso i picchi si hanno nel 2011 e nel 2014: cioè tre anni fa quando la Libia, Paese di partenza dei migranti, era in guerra; e oggi quando la Libia si sta disgregando e precipita nelle spire della lotta tra clan e tribù. Non a caso (e lo ha sottolineato ancora Alfano), il grosso dei migranti viene da Paesi come Mali, Somalia, Gambia, Senegal, Nigeria, piagati dalle violenze.
3. come conseguenza del precedente: questi non sono migranti, sono profughi, cioè persone espulse dal proprio Paese da persecuzioni, violenze e guerre. Non c'è differenza tra chi fugge dalla Somalia o dalla Libia, per dire, e i boat people del Vietnam e i cubani che scappavano da Fidel Castro sul mare. Se siamo ancora membri della Convenzione di Ginevra (1951), e lo siamo insieme con altri 146 Paesi, dovremmo semplicemente accoglierli tutti. Altrimenti, disdettiamo la Convenzione e usciamo dai trattati internazionali.
4. anche l'Italia, però, in questa situazione è una vittima. La vittima del cinismo e dell'incapacità dell'Europa e degli Usa. Il nostro Paese, inevitabilmente a causa della posizione geografica, fronteggia per primo le masse di persone in fuga. Ma lo fa anche in nome e per conto del resto d'Europa, che è poi la vera destinazione di molti di coloro che sbarcano sulle nostre coste. Paesi come la Francia o la Gran Bretagna, in collaborazione con gli Usa, poi, sono ripetutamente intervenuti in Africa e hanno quindi una responsabilità diretta per quanto succede agli africani. In Libia nel 2011, prima in Mali, in Somalia... Ora chiudono gli occhi di fronte ai drammi in cui hanno messo mano e scaricano tutto il peso sull'Italia. Ecco un tema di cui il premier Renzi dovrebbe discutere con Barroso e la Ashton. quando le autorità europee ci chiedono di essere seri e puntuali nella gestione dei bilanci, dimostrino a noi di saper a loro volta essere seri con un Paese, il nostro, che fa un grosso e costoso lavoro per l'Europa intera.