Ebrei e islamici sono discendenti di un solo padre, Abramo, che ubbidiva al solo Dio unico. Nella Bibbia sta scritto che Abramo ha avuto due figli: Ismaele da Agar e Isacco dalla moglie Sara. Dunque ebrei e ismailiti sono fratellastri e pregano un solo Dio, il Dio di Abramo, ciascuno con le proprie usanze e tradizioni. Perché allora i musulmani, discendenti di Ismaele, ci chiamano infedeli? Infedeli a chi o a che cosa?
GIULIO M
A rigore il termine “infedele” (kàfir, negatore dell’unico Dio) dovrebbe essere riservato a politeisti e pagani. Ma l’esclusivismo ha portato spesso ad allargare questo concetto anche agli altri monoteisti. Ne sappiamo qualcosa dai nostri rapporti con gli ebrei: il Dio di Gesù ci unisce, il Dio-Gesù ci distingue…
Ma fino a che punto? È ben triste che i figli dello stesso Padre, o almeno le creature dello stesso Signore, si disprezzino e si combattano invece che rispettarsi a vicenda, cercando di dare il meglio di sé per il bene comune.
Come si può concepire che il disegno dell’Altissimo possa essere quello di spingere gli uni contro gli altri fino alla violenza estrema?