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Percorsi profetici distanti eppur vicini

29/04/2021  Albert Schweitzer e Maria di Campello: due personalità distanti eppure una lunga corrispondenza, pubblicata nel libro dal titolo "Senza varcare la soglia. Lettere" (Edizioni Romena), testimonia una comune passione per la vita e l’amore per il creato

È stato quasi per caso, grazie a una tesi di dottorato di cui sono correlatore, che sono giunto a incontrare un piccolo libro neppure recente, ma non per questo meno suggestivo. Senza varcare la soglia. Lettere (Fraternità di Romena Editrice) il titolo di questa corrispondenza, durata oltre un decennio, tra due grandi anime della cristianità del ’900: Albert Schweitzer (1875-1965) e suor Maria di Campello (Valeria Pignetti, 1875-1961). Difficile pensare a due soggetti più distanti. Raffinato teologo protestante il primo, coscienza critica di un’Europa che nel Novecento è stata troppo attraversata dalla violenza – tanto da meritare il Premio Nobel per la pace – ma anche medico volontario tra i lebbrosi a Lambaréné in Gabon. Suora cattolica, che lascia l’Istituto delle Francescane Missionarie per un piccolo eremo nel cuore dell’Umbria, la seconda, testimone di una pratica di accoglienza e di spiritualità ecumenica. Difficile pensare a due figure più distanti... eppure... tanti anche gli elementi in comune. Comune l’anno della nascita, con i rispettivi compleanni distanti solo dieci giorni, per due persone giunte a scriversi e a scoprirsi reciprocamente – mai a incontrarsi – dopo 75 anni di vita. Comune la scelta di cura nella marginalità: «È un destino delle profezie quello di abitare in periferia» (come scrive Massimo Orlandi nell’introduzione). Comune soprattutto la passione condivisa per l’umano e per il creato. Perché Schweitzer è riferimento importante per la riflessione morale, cui ha contribuito con l’etica del rispetto per la vita. «Io sono vita che vuol vivere, in mezzo ad altra vita che vuol vivere» l’assioma fondamentale, che egli narra essergli come risuonato in mente dinanzi a un gruppo di ippopotami sul fiume Limpopo. Siamo vita; siamo immersi in un mondo di vita e ogni vivente merita rispetto (anzi reverenza, secondo un’altra traduzione del termine Ehrfurcht). Suor Maria di Campello vive da parte sua un’intensa esperienza di Gesù presente in ogni creatura: essa le fa cantare con passione la bellezza del creato e le fa vivere un’attenta cura per i piccoli animali dell’eremo o per quelli che vi capitano, parlando di loro come di compagni nella vita e nella lode. Se è la lettura di san Paolo (con la scoperta dell’idea di creato ad essa associata) a ispirare il primo, è certo l’ispirazione francescana a muovere la seconda. I tempi della loro vita fanno sì che nessuno dei due giunga a misurarsi con la questione ecologica, ma entrambi ci lasciano una potente spiritualità della creazione. Entrambi testimoniano che «tutto è connesso» (anche vite distanti come le loro); che in molti modi si può coltivare una vita in sintonia con il mondo di Dio. Tornare a guardare a simili percorsi profetici è prezioso anche per abitare oggi un tempo diverso, in cui la passione per la vita e l’amore per il creato sono chiamati a misurarsi con le sfide dell’Antropocene, con la necessità di assumere responsabilità per la cura del mondo.

Senza varcare la soglia. Lettere

€ 10,00 € 9,50 -5% Editore: Edizioni Romena Pubblicazione: 01/01/2007 Pagine: 160 ill. Formato: Libro in brossura ISBN: 9788889669167

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