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Perdona, ti farà bene!

28/04/2022  Il perdono, prima di essere un dono che facciamo agli altri, è un favore che facciamo a noi stessi

Il perdono è un tema non facile e che torna spesso nelle domande che ricevo. Mi ricordo che ne abbiamo parlato qualche mese fa, ma ho voluto riprendere l’argomento con la domanda di Simone perché il suo odio/rancore è particolare. È un odio che nasce in un certo senso per amore! Nel suo messaggio, infatti, mi racconta di sua madre che ha sofferto tanto per il tradimento del papà e, adesso che la madre è passata a miglior vita, il suo rancore verso il padre è diventato – comprensibilmente – più grande. Tra le cose forti che mi scrive: «Non riesco a perdonare quell’uomo, né voglio perdonarlo». Prima di condividere un tratto della risposta inviatagli, faccio notare il distacco chiaro dalla figura paterna, che non è nominata né riconosciuta, a farci comprendere la profondità della ferita.

Ecco alcuni passi della mia risposta. «Parto proprio dal tuo inciso: “Non voglio perdonarlo”. A volte pensiamo che il perdono sia avere una trasformazione tale da non sentire più il male subito... Perdonare non è dimenticare né trasformare magicamente i sentimenti contrari in sentimenti di benevolenza. Perdonare parte sì da mozioni che, forse, nel tempo, generano emozioni... ma resta fondamentale che perdonare è un gesto concreto. Può consistere nel minimo indispensabile di non fargli male, e quindi pian piano, nel non augurargli del male. E poi con la grazia del Signore sperare di progredire verso il gesto di pregare per lui, magari per la sua conversione. (Ho sempre pensato che la migliore “vendetta” è la conversione! Il Signore l’ha fatto con Paolo. Qualche sorriso in cielo l’avrà strappato la trasformazione di questo persecutore accanito in apostolo pronto a morire per Gesù). Tornando alla nostra questione: a volte perdonare significa anche prendere le distanze per custodire una pace impossibile altrimenti. Il mio consiglio è questo: capire che il perdono è prima di tutto un favore che facciamo a noi stessi. Sì, ancor prima di essere un dono che facciamo agli altri.

Perché finché il cuore è prigioniero del rancore, esso soffre e si spegne. Il perdono di Cristo, nostra pace, è una grazia soprannaturale, ma ha effetti benefici sulla nostra natura. È difficile, lo so. Ma due accorgimenti possono aiutare: per cominciare, il Vangelo ci invita a ricordare quanto perdono abbiamo ricevuto come aiuto per aprirci al perdono; poi, anzi, soprattutto, ricordati che il perdono è la specialità di Dio. Chiedigli questa grazia!».

 
 
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