Il Papa vola fino al santuario di Knock, dove nel 2013 si è tenuta la solenne consacrazione dell’Irlanda al Cuore immacolato di Maria, per mettere ai piedi della Madonna, insieme con il regalo di un rosario d'oro, soprattutto la sua richiesta di perdono per le vittime degli abusi.
L’Irlanda, spezzata dagli scandali che hanno riguardato sia la pedofilia che le adozioni illegali che hanno separato migliaia di ragazze madri dai loro figli nelle case per “mamme e bambini” gestiti dalle suore, prova a ricreare fiducia nella Chiesa. Il clima freddo che ha accolto Francesco per le vie di Dublino si era un po' sciolto ieri sera allo stadio durante la veglia con le famiglie di tutto il mondo venute proprio qui a celebrare il loro Incontro internazionale. Il Papa, durante la veglia, ha sorriso più volte ai bambini e alle famiglie, anche se il pensiero continuava ad andare al colloquio appena finito con otto vittime di abusi. Un’ora e mezzo di colloquio privato nel quale, raccontano le stesse vittime, Bergoglio ha portato le mani ai capelli in segno di orrore e ha espresso vergogna per le violenze e per il loro occultamento da parte della Chiesa.
Durante l’Angelus, recitato a Knock prima del rientro a Dublino per la messa che chiude l’Incontro mondiale delle famiglie, il Papa ha chiesto «perdono per questi peccati» e ha implorato che «la Madonna guardi con misericordia tutti i membri sofferenti della famiglia del suo Figlio. Pregando davanti alla sua statua», ha detto Bergoglio, «le ho presentato, in particolare, tutti i sopravvissuti, vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda. Nessuno di noi può esimersi dal commuoversi per le storie di minori che hanno patito abusi, che sono stati derubati dell’innocenza, che sono stati allontanati dalle mamme e abbandonati allo sfregio di dolorosi ricordi. Questa piaga aperta ci sfida a essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia. Imploro il perdono del Signore per questi peccati, per lo scandalo e il tradimento avvertiti da tanti nella famiglia di Dio. Chiedo alla nostra Madre Beata di intercedere per la guarigione delle persone sopravvissute che hanno subito abusi di qualsiasi tipo e di confermare ogni membro della famiglia cristiana nel risoluto proposito di non permettere mai più che queste situazioni accadano. E anche di intercedere per tutti noi perché possiao procedere sempre con giustizia e riparare per quanto da noi dipende tanta sofferenza».
Nel pomeriggio di ieri il Papa aveva incontrat : Marie Collins, abusata da un prete quando era ragazzina e già membro della commissione vaticana anti-pedofilia, dimessasi dall’incarico in polemica con la Curia romana, Rev. Patrick McCafferty, Rev. Joe McDonald, Damian O’Farrell, Paul Jude Redmond, Clodagh Malone, e Bernadette Fahy, mentre «un sopravvissuto, vittima di Fr. Tony Walsh, ha preferito restare anonimo», ha spiegato il portavoce vaticano Greg Burke.
In un comunicato a firma di Redmond e Malone, le vittime definiscono l’incontro «cordiale e gentile» e spiegano che al Papa è stata consegnata una lettera nella quale si afferma che almeno 100mila ragazze madri che sono state costrette a separarsi dai loro bambini «e negli istituti religiosi è stato detto loro che sarebbe stato un peccato mortale cercare di contattare i figli». In Irlanda «cinque congregazioni di suore erano responsabili delle note Case della Madre e del Bambini, luoghi dove sono morti più di 6.000 bambini e dove sono morte anche le loro giovani madri. Chiediamo a Sua Santità che solleciti pubblicamente le suore di queste congregazioni a riconoscere i loro atti e a chiedere perdono ai sopravvissuti». Nel comunicato si legge che il Papa «ha condannato la corruzione e la copertura degli abusi all'interno della Chiesa come “caca”». Una parola che ai partecipanti all’incontro è stata tradotta come «letteralmente sporcizia che si vede in un bagno».
E, quando a Francesco è stata consegnata anche una copia del libro di Redmond, “The Adoption Machine”, che «contiene i dettagli delle migliaia di morti e orrori delle Case» e il racconto dei 6.000 bambini morti e di altri 3.000 usati negli esperimenti per i vaccini il Papa «ha portato le mani alla testa, sotto shock».