Il Perù è in fiamme. Nel Paese andino la tensione è altissima, dopo settimane di proteste, nelle quali sono morte almeno una cinquantina di persone, numerosi cortei con migliaia di persone da varie regioni, soprauttto dalle zone rurali e più povere, sono confluiti nella capitale Lima - sfidando lo stato di emergenza imposto dal Governo - per la cosiddetta Marcha de los cuatro suyos (letteralmente “marcia dei quattro punto cardinali”) per chiedere le dimissioni della neo-presidente Dina Boluarte, una nuova Costituzione ed elezioni immediate. A Lima la presidente ha ordinato lo schieramento massiccio delle forze di polizia e sono avvenuti numerosi scontri fra agenti e manifestanti. Le manifestazioni sono scoppiate lo scorso dicembre dopo l’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo, il quale aveva tentato di sciogliere il Congresso (il Parlamento peruviano), dopo che quest’ultimo aveva votato per destituirlo e metterlo in stato d’accusa per corruzione. Al posto di Castillo è subentrata la sua vice, Boluarte, sesta presidente del Perù in cinque anni.
Ora la popolazione - frustrata dalle profonde disuguaglianze economiche e sociali che dividono nettamente la capitale Lima e i centri urbani dalle campagne e le zone rurali, una piccola élite di benestanti dalla grande maggioranza della popolazione povera, composta soprattutto da indigeni e campesinos - chiede un radicale cambiamento, dopo la grande delusione rappresentata da Castillo, ex insegnante, leader sindacalista, primo capo di Stato contadino del Perù, nato in un villaggio andino.
La Marcha de los cuatro suyos di oggi riprende il nome dalla storica grande marcia del 2000 a Lima contro l’allora presidente Alberto Fujimori. La definizione fa diretto riferimento all’impero inca: i "cuatro suyos" erano una parte importante dell'impero che governò gran parte delle Ande sudamericane dal XIII al XVI secolo. Il termine "suyos" si riferisce alle quattro regioni in cui l'impero inca era diviso: Chinchaysuyu, Antisuyu, Collasuyu e Cuntisuyu. Ogni regione aveva il proprio governatore, noto come "apu", che rispondeva al sovrano. Ma ciascuna regione aveva una propria autonomia e proprie tradizioni culturali distinte e ben definite.
La Marcha si riferisce dunque all'idea che i diversi gruppi etnici e culturali che compongono il mosaico peruviano devono essere rappresentati nella politica del Paese. I manifestanti chiedono maggiore inclusione e rispetto per le diverse culture, tutela per i diritti delle comunità indigene e per le fasce più povere ed emarginate della popolazione.
(Foto Reuters: scontri a Lima fra manifestanti e polizia)