Philadelphia, Usa
Dal nostro inviato
La sveglia, in camera, si attiva con la televisione, che si accende su un qualsiasi canale “free”. Come ormai anche da noi, in Italia, la televisione in famiglia si vede sui canali on demand, a pagamento, chetrasmettono i film più recenti, le serie televisive più aggiornate, ecc. Sulle televisioni non a pagamento invece - quelle dell’albergo - si vedono previsioni del tempo, notizie aggiornatissime sul traffico, con immagini in diretta, pubblicità a frequenza altissima (più che da noi di sicuro), qualcosa di cucina (ma i programmi
cult sono ovviamente “on demand”, a pagamento), e soprattutto tantissimo sport: dal golf al baseball, fino al football americano. Altro che i nostri processi del lunedì: ininterrottamente notizie, commenti, interviste, tantissime statistiche… Ma su queste TV gratuite ci sono anche tantissimi notiziari, sia sulle classiche reti nazionali – CNN, CBS, ABC – che sul quelle locali.
Spassionatamente, si capisce che la Tv svolge molto più “servizio pubblico” per le comunità locali, come informazione tempestiva, di quanto capita da noi, anche se le notizie sono davvero affogate nella pubblicità.
In ogni caso, grazie alla “sveglia televisiva”, in questi giorni, saltando da un canale all’altro ho potuto vedere il modo in cui tutte queste televisioni stanno affrontando la visita di papa Francesco. Ed è sorprendente la genuina consapevolezza della grande rilevanza storica dell’evento. Tutti i commentatori sottolineano la capacità di papa Francesco di parlare direttamente alla gente, i gesti simbolici compiuti, la sua capacità di essere “fuori” dalla contrapposizione politica tra destra e sinistra (repubblicani e democratici, qui). Insomma, al di là dei contenuti dei suoi interventi, che in questa visione televisiva zapping non sono particolarmente sottolineati, in tutti i servizi emerge un entusiasmo quasi ingenuo, molto Usa, per una visita in cui “Pope Francis is expected like a rock star”.
Spettacolarizzazione di qualsiasi evento, con qualche eccesso di retorica, show business, anche con papa Francesco, o sincera capacità di aspettarsi qualcosa da una visita oggettivamente storica? Forse entrambe le cose: però sembra davvero che anche i commentatori più navigati, delle reti nazionali più famose, siano prima di tutto interessati, più che a commentare con il proprio punto di vista, ad “ascoltare” un Papa che parla di cambiamento climatico, di aiuto agli homeless, di dialogo tra i popoli per la pace. E quando su una Tv locale ho visto i titoli degli interventi del convegno internazionale che si teneva ieri, riportati come una notizia per tutta la città (alle 10.30 am: “Un dono di Dio: il significato della sessualità umana”, alle h. 3.00 pm: “La famiglia: un rifugio per il cuore ferito”), mi è sembrata davvero sincera la consapevolezza, soprattutto per la città di Philadelphia, che l’incontro con papa Francesco che stanno preparando da anni è davvero storico. E così sicuramente sarà.
*
Francesco Belletti è il direttore del Cisf (Centro internazionale
studi famiglia) e presidente del Forum delle associazioni familiari