Dopo mesi di tribolazioni e conflitti tra le associazioni e il Governo, sembra essersi finalmente sbloccata la questione del Piano di azione per l'infanzia e per l'adolescenza, il principale strumento nazionale di programmazione delle politiche relative ai minori, che il nostro Paese aspetta ormai da cinque anni. L’accordo, che le organizzazioni della Rete “Batti il cinque!” reputano “il migliore possibile”, arriva dopo che lo scorso mese di ottobre il Governo aveva respinto la bozza realizzata dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza, nominato durante la scorsa legislatura e composto da esperti, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti delle più importanti organizzazioni del privato sociale impegnate nella difesa dei diritti dei bambini.
Alla bozza elaborata dall’Osservatorio il Governo aveva fatto seguire una controproposta, che le associazioni non avevano gradito. Nella proposta dell’esecutivo, infatti, mancavano alcuni punti considerati “fondamentali” dalle organizzazioni. Tra questi la questione delle risorse, i livelli essenziali delle prestazioni legate ai diritti sociali e civili dei minori, l’intercultura e la partecipazione di bambini e ragazzi alle politiche che li riguardano. Ma la bozza del Governo prevedeva anche un “impianto culturale” diverso rispetto a quello della proposta messa a punto dall’Osservatorio: la centralità della famiglia anziché la centralità del minore come soggetto di diritto.
Il dissidio sembra però essersi, almeno in parte, ricomposto qualche sera fa nel corso della riunione tra le associazioni e l’esecutivo, rappresentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi. «È emersa una volontà generale di portare avanti il Piano d’azione», ha dichiarato poi Giovanardi, che durante la riunione si è detto disponibile ad accogliere alcuni dei punti in un primo tempo eliminati dal Governo. Nella nuova bozza, che l’esecutivo si è impegnato a ripresentare a breve all’Osservatorio, dovrebbero ricomparire infatti i livelli essenziali delle prestazioni a favore dei minori, la figura del giudice onorario nel tribunale per le famiglie e delle relazioni familiari quando questo verrà istituito, il principio dell’ascolto del minore e le proposte relative all’intercultura e al ricongiungimento dei ragazzi stranieri.
Resta, invece, in sospeso la questione delle risorse, che non vengono definite e rimangono legate a quanto stabilito di anno in anno in Finanziaria. «Alla fine verrà fuori un testo più asciutto rispetto alla prima proposta dell’Osservatorio, ma anche un testo in grado di delineare politiche molto innovative», ha commentato Giovanardi. «Pur essendo stato nominato tre anni fa da un altro Governo», ha aggiunto, «abbiamo mantenuto in carica l’Osservatorio, che ha svolto un lavoro intelligente che noi abbiamo rispettato». Quanto al rischio che il Piano resti lettera morta per via della mancanza di risorse certe, Giovanardi ha detto: «Questo dipende da una situazione economica mondiale, europea e italiana. Se l’Europa supererà l’attuale congiuntura economica ed uscirà dalla crisi, potranno esserci anche le risorse. Ma nessuno oggi ha la sfera di cristallo per leggere il futuro».
«Non abbiamo voluto lasciare il Paese senza un Piano infanzia», ha spiegato Liviana Marelli, membro dell’Osservatorio e referente del Gruppo Minori del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca). Il prossimo 6 agosto, infatti, termina il mandato dell’Osservatorio e questa scadenza ha messo in difficoltà molti componenti dell’organismo, che temevano di trovarsi di fronte alla difficile scelta se approvare un Piano che non gradivano oppure lasciare ancora il Paese senza una programmazione delle politiche sull’Infanzia e l’adolescenza. «Anche se la bozza di Piano di azione presentata a ottobre era quella che rispondeva di più alle intenzioni dell’Osservatorio», ha aggiunto, «abbiamo ritenuto necessario cercare una mediazione con il governo e sembra che questa mediazione sia stata effettivamente trovata». Dello stesso avviso anche Franca Dente, presidente dell'Ordine nazionale assistenti sociali, che ha parlato di «senso di responsabilità» dei componenti dell’Osservatorio dopo «le aspre contrapposizioni degli scorsi mesi». «Il Piano tanto atteso sarà varato in tempi brevi », ha dichiarato. «A patto, però, che l’esecutivo reintroduca alcuni elementi migliorativi da noi proposti, quali ad esempio la necessità di determinare livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali dei minorenni. Resta spinosa», ha concluso, «la questione delle risorse economiche da destinare all'attuazione del Piano».