Un'immagine della strage di Piazza della Loggia.
L’ultima tappa processuale era stata il 23 febbraio di quest’anno quando la Corte di Cassazione ha annullato le assoluzioni di Maggi e Tramonte. A 40 anni esatti dalla strage di piazza della Loggia si cerca ancora la verità. La bomba esplosa a Brescia il 28 maggio del 1974, durante il comizio convocato dai sindacati per contrastare la violenza fascista che stava riemergendo in città, ha procurato 8 morti e 102 feriti.
«Non solo per i morti e per i feriti, ma per tutta la città, anzi per tutto il Paese chiediamo che sia accertata la verità su chi ha voluto e compiuto quella strage», dice Manlio Milani, presidente della Casa della memoria e che in piazza Loggia ha perso la moglie Livia.
Per il momento di certo c'è la matrice neofascista della strage, e i depistaggi dei servizi che impedirono da subito di capire come erano andate le cose. La piazza lavata in fretta con gli idranti, le false piste, le reticenze e gli omissis hanno allontanato sempre di più la verità. E' diventato quasi impossibile allora accertare le responsabilità personali e attribuire con certezza nomi e volti ai mandanti e agli esecutori. Gli avvocati, però, ci provano ancora a ricostruire i fatti e a riportare alla sbarra gli imputati. Almeno alcuni. Assolto in via definitiva per insufficienza di prove l’ex ordinovista Delfo Zorzi, l’ex segretario dell’Msi Pino Rauti, il generale dei carabinieri Francesco Delfino, torneranno invece in aula l’ex di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e il collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte.
«Quando mi chiedono se ho perdonato i responsabili della morte di mia moglie io rispondo che è una domanda che vorrei potermi fare perché io non so chi sono ancora oggi a distanza di 40 anni. Se cerchiamo ancora giustizia, però, non è per questioni di vendetta. Vogliamo sapere la verità su queli anni che hanno insanguinato l’Italia. Dopo così tanto tempo, insieme con la domanda “Chi?”, quella che forse ancora di più ci sta a cuore è la domanda “Perché?". Se non capiamo le ragioni di quegli anni bui corriamo sempre il pericolo che possano ripetersi».
Nella strage persero la vita:
Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante
Livia Bottardi Milani, 32 anni, insegnante
Euplo Natali, 69 anni, pensionato
Luigi Pinto, 25 anni, insegnante
Bartolomeo Talenti, 56 anni operaio
Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante
Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante
Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio