Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 03 novembre 2024
 
Educazione
 

Piccolo calciatore resta calvo, l'allenatore si rapa per solidarietà

09/11/2015  Un bambino della sua squadra ha perso i capelli e l'allenatore ha scelto una strada intelligente e originale per farlo sentire meno solo.

A 11 anni restare senza capelli, in pochi giorni, per via di una forma di alopecia, è uno shock. Sarebbe  dura anche a un’altra età, ma a 11 anni di più. Se giochi a calcio, ci vuole niente perché gli avversari – secondo un costume sgradevolissimo ma consolidato - si attacchino a quello che trovano per farti perdere la concentrazione e magari la testa (chi non ricorda Zidane e Materazzi in finale mondiale?): in questo caso gridargli pelato alla prima occasione è stato sfondare una porta spalancata.

 Il ragazzino, che gioca in provincia di Brescia e non ha nome perché va protetto, a differenza dell’illustre collega non ha distribuito testate né calcioni, ma c’è rimasto male abbastanza da farsi venire i lucciconi agli occhi e decidere che per lui così bastava, che non se la sentiva di continuare la partita e voleva uscire dal campo. L’allenatore, da bravo allenatore, prima ha convinto il suo giocatore in erba a finire il suo compito senza dar peso alle offese, ma poi ha rimuginato sulla questione chiedendosi che cosa potesse fare di veramente utile, nel suo ruolo, per rafforzare il messaggio  e perché quel ragazzino si sentisse meno solo con il suo problema e perché gli altri (avversari e compagni) capissero che a parole si può far male davvero e che in una partita di pallone non vale proprio tutto.  

Si è convinto che un gesto simbolico, in questo caso, avrebbe funzionato meglio della più convincente delle prediche e, dopo una seduta dal barbiere, all’allenamento successivo si è presentato nello spogliatoio “pettinato” come il suo giocatore in difficoltà: capelli a zero e cuffia in testa: così quando si comincia a giocare i pelati ora sono due. Per farsi meglio capire da tutti ha anche spiegato ai suoi ragazzi che fare squadra a quell’età regala relazioni che durano per sempre e che i suoi migliori amici sono ancora oggi i ragazzi con cui giocava a calcio da bambino.

Se ci fosse una Panchina d’oro per allenatori giovanili e dilettanti, bisognerebbe proprio pensare a questo signore.

I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo