Rullino i tamburi e squillino le trombe: arrivano gli angeli, direttamente usciti dal Paradiso per un’ora di licenza straordinaria, in cui donare a tutti poesia, grazia, messaggi d’amore e pillole per curare l’indifferenza.
A metà tra l’improvvisazione e l’happening, La Piazza degli Angeli è uno spettacolo del Laboratorio Integrato Piero Gabrielli, che ha letteralmente catturato i visitatori del Parco Andrea Campagna di Roma, trasformato in un palcoscenico a cielo aperto per l'occasione, un luogo in cui lo spettatore diventa improvvisamente parte dell’opera e dove tutto è possibile.
Il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, nasce negli anni ottanta dal desiderio del padre di un ragazzo disabile deciso a mettere insieme ragazzi normodotati e non, allo scopo di far loro acquisire la capacità di comunicare, divertendosi. “Ogni volta che Roby (il regista della compagnia, n.d.r.) mi chiama, io mi butto sempre in mezzo e mi diverto! Faccio parte del laboratorio dal 1995 e stasera sono un angelo. Mi ci trovo bene in questi panni. Di tutti i personaggi che ho interpretato questo è il più soft”, esordisce tra allegre risate Lucia Zorzoli, una ragazza con la sindrome di down “Ma stasera sono agitatissima, perché è la prima volta che lo interpreto. Mai fatto prima, lo giuro!”.
Il Laboratorio Piero Gabrielli ha eletto a suo principale interlocutore la scuola e si è rivelato, nel corso degli anni, uno strumento eccellente per promuovere la cultura, scardinare i pregiudizi e reclutare giovani attori volenterosi di coadiuvare un processo di integrazione, scorgendo la risorsa celata dietro la vulnerabilità. “A volte è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno quando, come in questo caso, è molto nascosto.” commenta Roberto Gandini, regista del laboratorio “bisogna quindi attivare delle attenzioni nel pubblico. Come regista del laboratorio, non posso far altro che guardare ai loro “bicchieri mezzi pieni” e valorizzarli al massimo”.
E come avviene in un’orchestra ben affiatata, dove le note
apparentemente dissonanti vengono sapientemente mescolate alle altre, i
ragazzi del Laboratorio Integrato Piero Gabrielli portano armoniosamente
in scena la drammaturgia, facendo dimenticare le differenze. “Sono
entrata nel laboratorio in seconda media. All’inizio l’impatto con i
ragazzi disabili è stato un po’ forte” dice Diana Bulf, studentessa al
primo anno di ingegneria “ma appena si inizia a recitare le diversità
svaniscono e si riesce a stare insieme alla perfezione, nel segno comune
del divertimento”.
Organizzata dalla Cooperativa Sociale Eureka Primo Onlus e
dall’Associazione Culturale Fuori Contesto, “Fuori Posto. Festival di
Teatri al limite” prosegue sino al 25 settembre con un bagaglio pieno di
emozioni e una mostra fotografica che ritrae le istantanee dei passanti
che hanno riso, pianto, ballato e improvvisato insieme agli artisti.
“Per molti anni ho organizzato laboratori di teatro sociale,
danceability e spettacoli in teatri anche molto importanti”, conclude
Emilia Martinelli, direttore artistico del Festival “ma il pubblico che
veniva a vederli già sapeva cosa lo aspettava. Così, ho pensato che per
sensibilizzare le persone sul tema della disabilità, dovevamo uscire dai
teatri e andare fuori posto, nelle piazze e nelle strade. Il pubblico è
rimasto spiazzato e sorpreso in diversi modi, esattamente quello che
volevo. Un risultato di cui vado fiera”.