L'interno della cattedrale di San Barlomeo a Pilsen (foto: Di Diodato).
San Bartolomeo, cattedrale di pietra al centro di una piazza immensa, sembra un osservatorio astronomico d’età gotica, puntato verso le galassie per scrutare il mistero che circonda l’uomo. Il suo campanile supera i 100 metri di altezza. Le colonne, che tengono la volta a reticolo, somigliano a canne d’organo che aspettano di suonare melodie celesti. Vetrate colorate illuminano altari gotici e santi barocchi.
Un altro pezzo di cielo si osserva nel Museo Diocesano, costruito sul silenzio mistico del procedente convento dei Frati Minori. Il monastero francescano, uno dei più significativi monumenti medioevali della città, è lo scrigno che conserva opere d’arte di inusitata bellezza. La sala capitolare dei frati è affrescata con la storia della vita di Santa Barbara: disegni vivaci, dipinti sulla volta e sulle pareti come fossero “vignette”.
Il logo di Pilsen, città della cultura 2015.
Lo sguardo di Pilsen verso la profondità della terra è coevo. Sotto la città si snodano oltre 20 chilometri di tunnel, scavati lungo lo spazio di alcuni secoli. Una città capovolta, dove gli abitanti trovavano protezione e conforto, quando la vita della “città di sopra” diventava dura e pericolosa. Pilsen passa alla storia per essere una città che resiste a tutti gli assedi perché ha una “città di scorta” sottoterra, dove si conservano derrate alimentari e acqua, si produce birra, si esercitano lavori e si vive stretti ma al sicuro, come nel seno oscuro e accogliente di una madre. Oggi sono percorribili non più di 800 metri di questa “città”, illuminata da lampade che diffondono una rassicurante luce gialla.
Le botti della birra Pilsner, custodite nelle caverne sotto la città (foto: Di Diodato)
Nel sottosuolo sono scavate anche le cantine che conservano le botti della birra Pilsner Urquell, prodotta per la prima volta nel 1842. Qui a Pilsen gli alchimisti, che altrove non riuscirono mai a trovare la pietra filosofale, scoprirono l’oro di una bevanda bionda e luccicante. Un’immensa ricchezza per la città, entro le cui mura i monaci avevano cominciato a produrre la bevanda, opaca e torbida, fin dal XIII secolo. Quattro fiumi – come quelli del Paradiso terrestre - si attorcigliano intorno a Pilsen. Donano acque dolci e benedette per la sua birra. Un imperdibile Museo ne racconta la storia e i segreti. Anche la birra a Pilsen è diventata cultura.
Pilsen, capitale europea della cultura 2015, ha un obiettivo preciso: farsi conoscere come città di forte identità, ricca di importanti progetti culturali e custode di un grande patrimonio artistico. Non solo Škoda. Non solo Birra. E non solo Praga. E’ chiaro che Pilsen, distante da Praga appena 90 chilometri, non intende rimanere all’ombra della capitale, diventata da decenni crocevia obbligato per i flussi turistici europei e mondiali. Qui c’è una piccola Praga che si può “consumare” e godere senza affanno e con ritmi lenti. Naso all’insù e panino in mano, a spasso per il centro storico, autentico manuale di stili architettonici.
Tra le strade di Pilsen (foto: Di Diodato).
Il barocco - linee curve e languori dorati - ha lasciato segni inconfondibili nei monumenti, nei palazzi e nelle chiese. Un palcoscenico naturale per la musica di Mozart. Ma anche uno stile artistico che cambiò la vita e il modo di credere e di pregare degli abitanti di Pilsen. Durante le atrocità delle guerre hussite, la città rimase roccaforte della fede cattolica.
Tra il 1599 e il 1600 la città boema divenne capitale dell’impero asburgico. I rigori degli archi acuti medioevali si disciolsero negli ori e nelle tenerezze dei volti di belle Madonne, di Bambini paffuti e di Santi in estasi.
Una rarità si cela tra le mura della chiesa dell’Assunta, eretta entro il perimetro del Monastero francescano. A sinistra dell’ingresso campeggia la scultura di un Crocifisso, che ha inchiodati soltanto un piede e una mano. Cristo, con un doloroso gesto di contorsione, sembra volersi schiodare dalla croce e scendere dal patibolo.
La lunga e radicata presenza della comunità ebraica nella città ha dato vita alla Grande Sinagoga, un monumento imponente costruito attorno alla fine dell’Ottocento. Oggi è un segno rinnovato e visibile di integrazione e di convivenza pacifica tra le diverse fedi religiose praticate nella città. L’edificio sinagogale – il secondo più grande d’Europa e il terzo più grande al mondo, dopo le sinagoghe di Gerusalemme e Budapest – è scampato alla furia nazista, perché durante la seconda guerra mondiale fu adibito a magazzino militare.
Pilsen sarà la città della cultura 2015. Molte le attività in programma (foto: Di Diodato).
Per attirare l’attenzione dell’intera Europa su di sé, Pilsen 2015 ha organizzato un programma immenso e altamente differenziato di eventi e manifestazioni. In cima alle offerte culturali per i visitatori della città, Pilsen ha posto alcuni dei suoi splendidi musei. Il più imprevedibile e curioso è il Museo delle Marionette (Muzeum Loutek), dove sono fatte rivivere tradizioni e tecniche che si perdono nel buio del passato boemo. I più fantasmagorici sono il Museo della Scienza (Techmania Science Center) e il vicino Planetario in 3D, ricavati da edifici dismessi delle fabbriche Škoda. Il Museo più “intellettuale” è quello che, in due sedi distinte, espone le “idee d’interni” del noto architetto e designer di origine austriaca, Adolf Loos, che lasciò diverse opere in Pilsen.
Pilsen, inoltre, metterà in mostra nel corso della prossima estate per i visitatori più esigenti i “gioielli” dell’arte barocca presenti su tutto il territorio della regione di cui è capitale. Hanno chiamato questa iniziativa “Nove settimane di Barocco”. La provincia di Pilsen è ricchissima di monumenti religiosi e civili, splendenti per la bellezza del barocco.
Da qui alla fine del suo “anno santo 2015” Pilsen prepara happening culturali, mostre d’arte, percorsi museali, concerti, rappresentazioni teatrali, festival e spettacoli folklorici. E naturalmente le strade della città saranno lastricate dalle immancabili sagre gastronomiche per tutti i gusti e contro tutte le diete.
E’ stata realizzata una guida interattiva, scaricabile su smartphone, perché il turista possa scoprire da solo tutti gli aspetti di Pilsen, anche quelli più insoliti.
Per informazioni:
www.visitpilsen.eu
www.plzen2015.cz
Come raggiungere Pilsen.
L'aeroporto più vicino è l'aeroporto di Praga, che dista circa 92 km da Pilsen, ed è collegato a numerose città italiane (Milano, Roma, Bologna e Venezia).
Da Praga è possibile raggiungere Pilsen in treno (1h e 40 min) I collegamenti ferroviari sono serviti dalla stazione centrale della capitale ceca (Praha - Hlavní nádraží ČD) ogni ora durante il giorno.
Il servizi di collegamento in pullman sono offerti da due aziende di trasporto. I pullman della Student Agency partono dal piazzale antistante la stazione della metropolitana Zličín (linea B gialla). Durata del viaggio: 1h circa. Gli autobus della compagnia ČSAD partono dalla stazione centrale degli autobus, situata presso la fermata Florenc della metropolitana (linea B gialla). Durata del viaggio: 1h e 30 min.