«Alla periferia della minuscola città
c’era un vecchio giardino in
rovina, nel giardino c’era una
casa, e nella casa abitava Pippi
Calzelunghe.»
Comincia così il più celebre romanzo
di Astrid Lindgren, autrice di numerosi
libri per bambini tra cui Emil, I fratelli Cuordileone,
Karlsson sul tetto, Martina di Poggio di
giugno, Ronja, tradotti in più di 50 lingue.
Il personaggio di Pippi Calzelunghe è sicuramente
quello che più è rimasto nel cuore degli
svedesi, per i quali è una specie di eroe nazionale,
e dei bambini di tutto il mondo che l’hanno
amata anche grazie alla serie Tv trasmessa
dalla Rai la prima volta nel 1970 e andate in onda a lungo anche sul canale satellitare DeAKids (601).
Ancora oggi si resta affascinati da questa
anarchica orfanella di nove anni (la
mamma è in cielo, il papà fa il pirata nei mari
del Sud) che vive sola a Villa Villacolle, con un
cavallo (Zietto) e una scimmietta (Signor Nilsson),
senza frequentare la scuola e così ricca da
potersi comprare tutti i dolci che vuole.
A Näs, una fattoria vicino alla piccola città
di Vimmerby, nel Sud della Svezia Astrid Ericsson
nasce nel 1907. Solo nel 1931, in seguito
all’unione con Sture Lindgren, sarebbe diventata
la celebre Astrid Lindgren. Prima di
quel felice matrimonio, una vita quasi da romanzo:
dopo un’infanzia felice in una famiglia
numerosa e allegra, Astrid, appassionata
di scrittura, lavora per il giornale locale ma
nel 1926 resta incinta del suo editore.
Forse lui nega ogni responsabilità o, come
si preferisce narrare, lei rifiuta un matrimonio
riparatore, tuttavia lo scandalo la costringe
a lasciare il Paese.
Partorisce in Danimarca,
poiché gli ospedali svedesi non accolgono
le donne nubili, e lascia il piccolo Lars in affido
a una famiglia danese prima di tornare a
Stoccolma per lavorare. Una lontananza che la fa soffrire, ma che si risolve quando la famiglia
danese non è più in grado di tenere il
bambino. Lars viene portato dai nonni.
Si dice che lo andarono a prendere alla stazione
di Vimmerby in calesse e fecero il giro
della cittadina per dire che non si vergognavano
di quel nipote nato fuori dal matrimonio.
Smorzarono critiche e pettegolezzi e dimostrarono
coraggio questi nonni che, oltre
all’amore per i racconti (il padre era un grande
intrattenitore con le sue storie), per il gioco
e l’avventura, trasmisero alla figlia l’importanza
di ribellarsi alle ipocrisie.
Proprio come Pippi, che “nacque” nel
1941 quando Karin, la secondogenita di
Astrid, era a letto malata. Le chiese quale
storia voleva che le raccontasse e la bambina
rispose: «Raccontami di Pippi Calzelunghe».
Per un nome così strano inventò un personaggio
altrettanto originale. Il romanzo fu
pubblicato solo nel 1945 e il successo fu enorme.
Il mondo letterario della scrittrice è celebrato
a Vimmerby con un museo vicino alla casa natale e un parco divertimenti, l’Astrid
Lindgren’s world, dove si visitano gli ambienti
dei vari romanzi.
I bambini girano liberamente,
entrano nelle casette a loro misura,
toccano gli oggetti che vogliono e assistono a
divertenti spettacoli musicali.
«Pippi sono io», potrebbe dire Astrid Lindgren,
che seppe affermarsi nella società svedese
in difesa dei diritti dei bambini e delle donne
e divenne una voce autorevole capace di
far cadere, nel 1976, il Governo socialdemocratico
con un articolo contro la pressione
fiscale e di suscitare ogni anno, all’indomani
della consegna dei Nobel, una ridda di polemiche
per la sua mancata premiazione.
Non ricevette mai l’ambito riconoscimento.
L’Accademia non volle mai considerare
una scrittrice per bambini alla pari di altri autori.
Per ripicca il Governo svedese donò, in
occasione del suo 90˚ compleanno, 7,5 milioni
di corone alla fondazione creata per la tutela
delle sue opere. La stessa cifra che ricevevano
i premi Nobel.