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giovedì 08 giugno 2023
 
 

Pirati, la Chiesa non s’arrende

10/11/2012  Presentato il congresso mondiale sulla pastorale del mare. Le preoccupazioni del Vaticano sulla pirateria, le condizioni di impiego, le difficoltà dei pescatori.

«La pirateria causa traumi psicologici a lungo termine non solamente al marittimo, ma anche alla sua famiglia». La Santa Sede è preoccupata per l’espandersi del fenomeno. Per questo ha invitato Giuseppe Lubrano, capitano della Savina Caylyn, sequestrato dai pirati somali per undici mesi con i 22 membri del suo equipaggio, a prendere parte ai lavori del XXIII Congresso mondiale dell’apostolato del mare che si svolgerà in Vaticano dal 19 al 23 novembre. Lo ha annunciato, presentando l’appuntamento, il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

Ma quella della pirateria non è l’unica preoccupazione di chi ha «a cuore i marittimi, i pescatori e le loro famiglie». Il cardinale Vegliò denuncia la pesantezza dei «contratti d’impiego dei marittimi che li portano a vivere per lunghi lontani dalla famiglia e dalla loro comunità cristiana e civile», le condizioni di lavoro dannose per la salute o pericolose per la sicurezza dei pescatori, il fenomeno recente «dell’abbandono delle navi, con i loro equipaggi, in porti stranieri, senza cibo e senza risorse». Anche in Italia le misure sempre più restrittive sull’immigrazione impediscono ai marinai di scendere a terra, ma nello stesso tempo, senza una decisione – e i soldi – dell’armatore la nave è impossibilitata a salpare per tornare a casa. 

Al Congresso su La nuova evangelizzazione nel mondo marittimo parteciperanno 410 esperti provenienti da 71 Paesi. La “gente di mare” conta circa 38 milioni di persone.

 
 
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