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domenica 28 maggio 2023
 
LA SCUOLA DOPO IL COVID
 

Più tempo pieno? Servono spazi e investimenti

19/05/2021  I dati di due anni di DAD sono disastrosi: disagio psicologico, abbandono scolastico, burn out di docenti, classi troppo affollate. Belle le parole e i progetti del Ministro dell'Istruzione sulla scuola post pandemia. Una rivoluzione che ci invita a spendere al meglio i 31,9 miliardi previsti per questo dicastero (Paola Spotorno)

«Il Ministero dell’istruzione, così come è oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti che il post covid e il futuro ci chiedono», così si esprimeva il Ministro Patrizio Bianchi il 4 maggio di fronte alla Camera dei deputati nella presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero. L’aspettativa di un vero cambiamento è davvero molto forte in tutti gli attori della scuola e non solo, i dati che due anni di DAD ci riportano sono disastrosi, disagio psicologico, abbandono scolastico, burn out di docenti, classi troppo affollate. Tanti i temi da risolvere, partendo dalla scuola primaria arrivando alla scuola secondaria di secondo grado. Le prime mosse in questa direzione sono arrivate  oggi  dalle dichiarazioni del ministro Patrizio Bianchi, durante l’audizione alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, «siamo convinti che sia necessario prevedere una scuola che vada sempre più verso il tempo pieno, che però non sia solo l’ampliamento di quanto c’è già, ma sia la possibilità di comprendere la fase complessa della vita che è la crescita, in cui si trasformano corpo mente e atteggiamenti. Questo implica massicci investimenti su mense e palestre, soprattutto al Sud».

 

Insomma, una bella rivoluzione, che impegnerà molte energie ma soprattutto la capacità di spendere e distribuire al meglio i 31,9 miliardi previsti per questo ministero. Se però vogliamo una scuola primaria non solo fatta di un tempo pieno di informazioni e conoscenze con alunni seduti al banco per otto ore, bisogna estendere ed ampliare questa offerta soprattutto al Sud Italia e pensare in primo luogo ad un nuovo modello, attraverso la costruzione di nuove scuole, dove i luoghi e i mezzi degli apprendimenti formali, per intenderci le aule e i banchi e la lavagna, si alternino con quelli più informali e laboratoriali e valorizzando diverse funzioni del  docente, a partire dal tutor o dal coach per piccoli gruppi di studenti.

Sentire sostenere dal Ministro la necessità di incrementare le ore di sport e musica fa ben sperare in una ripartenza a settembre più armonica e in linea con il futuro che si vuole progettare per gli studenti di domani.

 
 
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