«La nostra attività è portata a creare qualcosa di buono». In effetti anche sulla sua scrivania non mancano i cioccolatini. Forse l’ingegner Plinio Agostoni non ne può fare a meno, nato e cresciuto com’è in una famiglia che ha fatto della produzione del cioccolato la propria vocazione. 79 anni, sposato con Maria e padre di quattro figli, è vicepresidente della Icam (Industria cioccolato e affini Morbegno), azienda fondata nel 1946 dal padre Silvio. Arrivato nell’impresa di famiglia dopo aver lavorato per alcune multinazionali e ora, da pochi mesi, Agostoni è diventato anche presidente di Confindustria Lecco-Sondrio.
Nel nuovo ruolo che ha assunto nell’associazione degli industriali porta un bagaglio non solamente di esperienze professionali, ma anche una visione dell’essere imprenditore che svela il radicamento in un humus ben preciso, quello della fede. Una fede concreta, che cerca di innervare l’azione, che crea novità, che risponde a esigenze precise. Anche in relazione a tematiche che, come ben insegna papa Francesco, non sono secondarie per un credente, come l’attenzione alla salvaguardia del creato. Credere lo ha incontrato, scoprendo come una persona di fede riesca a far germogliare numerose buone opere, non solamente in campo professionale.
Fare impresa etica
L’Icam, che ha da poco tagliato il traguardo dei 75 anni di attività, è un’azienda leader nel campo. Sorta nella bassa Valtellina, ha sede attualmente a Lecco e a Orsenigo. Sin dagli inizi ha avuto uno sguardo internazionale e, dagli anni Settanta, Angelo Agostoni, figlio del fondatore e fratello di Plinio, ha intrapreso viaggi in Africa e in America latina per acquistare il cacao direttamente dai contadini. Questo ha condotto, nel corso degli anni, a dar vita a progetti e a intessere vere e proprie amicizie. In Uganda, ad esempio, Icam ha permesso la formazione su pratiche economiche di oltre 3 mila contadini, mentre in Perù è partner di un progetto di riqualificazione, per invogliare i contadini a coltivare “meno coca e più cacao”. Icam produce anche cioccolato per il commercio equo e solidale. L’azienda ha dato dei contributi ad alcuni dipendenti per far studiare i figli, ha assunto in tempo di Covid, fa donazioni alimentari.
Quello che porta avanti è sostanzialmente un’idea di azienda in cui la qualità, l’etica, la salvaguardia dell’ambiente sono punti fondamentali. «Questa impostazione che oggi sinteticamente si riassume nella parola “sostenibilità”», commenta Plinio Agostoni, «prima che essere una scelta, è frutto di un modo di essere, presente già in chi ha fondato la nostra azienda; era nel modo in cui i fondatori, cioè i miei genitori e i miei zii, concepivano loro stessi, le relazioni, cosicché l’attenzione alle persone, all’ambiente, porta a pensare all’azienda non solo come a un’attività da cui trarre un profitto, ma a una realtà che ha la vocazione di creare qualcosa di buono. Qualcosa di utile alle persone, che risponda a dei bisogni».
I progetti legati alle persone
Al centro c’è la persona, ieri come oggi: «Anzitutto si opera rispettando le persone, soprattutto i collaboratori, i produttori, gli stessi clienti. Si tratta di una responsabilità sociale, che per i nostri genitori era naturale». Il pensiero di Agostoni va quindi ai progetti che l’azienda porta avanti: «I progetti che mi appassionano di più sono quelli legati alle persone, come lo sviluppo sostenibile delle coltivazioni da cui noi acquistiamo le materie prime per il nostro cioccolato. Cerchiamo di favorire un’agricoltura che serva alle persone del luogo, evitando l’inurbamento, con vantaggi per l’ambiente, soprattutto se le coltivazioni sono biologiche. E mi stanno a cuore anche progetti legati alle persone con cui lavoriamo, per esempio con la cura per il lavoro femminile. In azienda abbiamo molte lavoratrici donne e mamme». Agostoni ricorda un aneddoto, decisamente controcorrente rispetto alle notizie che sovente si leggono sui giornali, di donne che temono di comunicare all’azienda di essere in attesa di un figlio, perché si attendono un licenziamento: «Una mattina», racconta, «una lavoratrice mi corse incontro entusiasta, per comunicarmi di aspettare un bambino, per condividere con me questa gioia».
La sfida nella scuola
Una fede all’opera, con competenza e senso di responsabilità, anche in seno a un sodalizio importante come quello di Confindustria Lecco-Sondrio, dove si può scoprire che cosa significhi realmente “mettersi in gioco” per un bene comune. «Il primo punto del mio mandato sono io, quello che sono diventato, nel senso della trama di valori, di sensibilità, di conoscenze, che la mia storia mi ha portato ad avere. Le diverse competenze», specifica l’imprenditore, «le tecnologie, le conoscenze, sono strumenti a servizio di qualcosa che viene prima, di un ideale». L’ideale umano che Plinio Agostoni ha a cuore lo ha condotto a porsi una seria domanda di fronte ai più piccoli e alla loro formazione. E così, con altri genitori, nel 1983, ha dato vita a una scuola media libera, cattolica a Lecco.
Una scelta importante, che si è sviluppata nel corso degli anni: «Mi ritrovai, con altri genitori, a rendermi conto di aver incontrato un’esperienza che mi aveva messo un gusto per la vita, una stima per l’esistenza. Perciò sentivo l’urgenza di riuscire a comunicare questo ai figli, ai giovani. Non riuscivamo a riscontrare, nella realtà delle scuole che conoscevamo, una capacità adeguata a questa urgenza educativa. Abbiamo perciò deciso di fare qualcosa di nuovo. È nata così a Lecco la scuola media “Kolbe”, non da un progetto, ma da un desiderio. Facendo questo ci siamo resi conto, nel tempo, che la scuola ha senso solo se c’è un soggetto che ha dei valori da comunicare e che cerca strumenti adeguati per farlo, così che le nuove generazioni siano investite da questi valori e che, in un processo dialettico, dinamico, li valutino. La scuola non può che essere libera, in questo senso; non può che essere il pullulare di soggetti che comunichino ai ragazzi ciò che per loro è importante». Di lì a qualche anno è stata fondata anche una scuola elementare e, nel 2005, un liceo. Agostoni è stato presidente della cooperativa Nuova scuola, a cui fanno capo questi istituti e, attualmente, è presidente della Fondazione Brandolese, che sostiene la libertà di educazione a livello culturale, politico e con precisi progetti sociali.
La fede è una relazione
Nella vita frenetica e impegnativa di questo imprenditore, si coglie l’entusiasmo di chi ha trovato un motivo per agire, e per questo continua a rinnovarsi a quella sorgente: «Che cos’è la fede per me?», si domanda Agostoni. «Non è un coacervo di credenze e di valori, ma anzitutto è una relazione, è fiducia. Come ci insegna il cardinal Angelo Scola, l’io è in relazione. Questa relazione è la vera sorgente dell’io. La preghiera ha un posto stabile nella mia giornata, certo. Ma mi rendo conto che non sono io che ho un appuntamento con Dio. È piuttosto Dio che si incarica di prendere degli appuntamenti. È Lui che si fa incontro in maniera inaspettata e potente in situazioni, in persone, anche nei bambini. Nella realtà ci sono fatti che dicono d’altro. La preghiera, in questo senso, è come un richiamo a ciò che davvero conta».