“Polis”, ovvero città, ma anche cittadinanza, territorio, ambiente, nella molteplicità dei significati, dei richiami e delle declinazioni che questo soggetto può comprendere, per capire meglio noi stessi a partire, come sempre, dalle Sacre Scritture. Questo sarà il tema del prossimo “Festival biblico”, giunto alla sua quindicesima edizione, promosso, come sempre, dalla diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo.
La kermesse culturale proporrà un mese d’appuntamenti, dal 2 al 26 maggio, tra conferenze, incontri, meditazioni, letture, concerti, performance artistiche, mantenendo fede al suo “marchio di fabbrica”: portare la “Parola” della Bibbia fuori dalle chiese e dai cenacoli, per lasciarla risuonare nelle strade e nelle piazze, e metterla a confronto con le “parole” dell’uomo contemporaneo.
“Gesù, venuto ad abitare in mezzo a noi, entra nelle città, le attraversa, come riportano i Vangeli. La vera dimora del Signore consiste proprio nello stare sulle strade, nelle piazze, nelle periferie, nelle case, perché sono questi i luoghi dove si incontra la gente. La città è in altri termini un luogo geografico, ma soprattutto un luogo antropologico, sociale e culturale, dove sta tutto “l’umano”: virtù e vizi, ricchezza e povertà, svago e violenza organizzata, arte, cultura, relazioni e paure”, osserva sul tema monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, in occasione della presentazione dell’evento, alla biblioteca la Vigna del capoluogo berico.
Non a caso la polis appare più volte nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, ha osservato don Roberto Tommasi, direttore dell’ufficio cultura della diocesi di Vicenza e presidente del Festival Biblico: “E’ luogo di convivenza ma che corre sempre il rischio di generare forme d’ingiustizia e corruzione. La città non è un dato a priori, ma è costruzione di relazioni interpersonali e istituzionali. E’, ancora, architettura e ambiente”. E proprio sul rapporto con quest’ultimo si giocheranno i destini delle città del prossimo futuro. “Sarà decisiva, cioè, la sostenibilità ambientale delle megalopoli, dove abiteranno i due terzi dell’umanità già nel 2050, a causa dell’accelerazione dell’urbanizzazione”, osserva ancora don Tommasi. Le aree di approfondimento del tema quindi saranno, oltre a quella biblico-teologica, quella socio-antropologica, ambientale, urbanistica e politica.
“Il festival sta crescendo perché la Bibbia attrae, ma anche perché il format del festival, aperto al confronto, piace”, afferma don Ampelio Crema, copresidente dell’evento. La novità di quest’anno, oltre al carattere sempre più internazionale, è la sezione del “Fuori Festival” che coinvolge nel progetto tre nuovi partner: le diocesi di Treviso, Como e Alba (sede storica della congregazione Paolina), con incontri e appuntamenti che si svolgeranno nei mesi di giugno e luglio.
La serata d’apertura, il 2 maggio, vedrà il dialogo su comunità, relazione e convivenza affidato a monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo della diocesi di Campobasso-Boiano, e a Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio3. Suggestivo e “anticonformistico” il luogo dell’incontro che saranno le Officine di Manutenzione Ciclica delle Ferrovie dello stato a Vicenza. “Spazio non casuale perché luogo di creazione di relazioni”, come sottolinea la direttrice del Festival, Roberta Rocelli. La chiusura, domenica 26, sul sagrato della chiesa di San Lorenzo, sempre a Vicenza, avrà invece come protagonisti il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e l’architetto-antropologo Franco La Cecla, che disserteranno sul tema “Geometrie dello Spirito”.
Tra il 2 e il 26 un ricco palinsesto che prevede oltre 230 appuntamenti dislocati nelle diverse città e paesi delle diocesi che partecipano al Festival (oltre a Vicenza e alle tre “new entry”, Verona, Padova, Rovigo e Vittorio Veneto). Spicca tra tutti l’incontro con il premio Nobel per la Pace del 2018, il medico congolese Denis Mukwege (Vicenza, 25 maggio). Tra gli ospiti più attesi ci saranno anche il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, che terrà una lectio magistralis a Marostica il 23 maggio; il capo della polizia Franco Gabrielli interverrà a Vicenza il 21 maggio all’incontro dal titolo “Perché abbiamo paura?”; don Gino Rigoldi, presidente della comunità Nuova Onlus, parlerà nella stessa giornata a Vicenza con don Armando Zappolini, presidente del Cnca. Monsignor Corrado Lorefice, vescovo dell’arcidiocesi di Palermo, interverrà il 23 sempre nel capoluogo berico. Don Dante Carraro, presidente del Cuamm dialogherà col cantautore Niccolò Fabi, sempre il 23 maggio. Di “spazio sacro nella polis” disserterà l’archistar Mario Botta a Conegliano il 4 maggio; mentre Alessandro Bergonzoni si esibirà in “La base è l’altezza (bianco è nero)” a Vicenza il 22 maggio. A Rovigo, il 17 maggio, Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo, rifletterà con monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, su come realizzare una convivenza in un mondo di diseguali, valorizzando le differenze.
Un focus speciale sarà dedicato, con tre diversi appuntamenti in Vicenza, all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi membri dell’Onu. E infine non mancherà lo spazio per concerti, rappresentazioni teatrali e mostre, dislocate in diverse sedi.
Dopo l’inaugurazione, il festival prenderà il via a Verona e Vittorio Veneto (3-5 maggio). Poi si sposterà a Padova e in provincia di Verona (10-12 maggio), per fare, quindi, tappa a Rovigo (17-19 maggio) e in provincia di Vicenza e Padova (15-21), per concludersi, come sempre nell’ultima settimana (20-26) nella città di Vicenza.