Torino e Roma unite nella solidarietà, grazie a un
"ponte di volontari". Uno scambio di esperienze, un
orizzonte più ampio che si schiude. Ecco l'ultima sfida lanciata da
Idea Solidale, associazione che riunisce oltre 70 realtà del terzo
settore attive nella provincia di Torino, in collaborazione con il
Centro Servizi Spes di Roma.
In questi giorni, dal 14 al 18 ottobre,
una delegazione di volontari laziali è in visita nel capoluogo
subalpino, per scoprire cosa c'è di solidale all'ombra della Mole.
Poi, tra qualche settimana, dall'11 al 15 novembre, toccherà ai
"colleghi" piemontesi esplorare la città eterna attraverso
la rete di volontariato che la attraversa.
Si tratta di un progetto
"silenzioso", con numeri che non fanno rumore: una
quarantina i volontari coinvolti (20 per città), gocce
apparentemente invisibili nell'universo metropolitano. Eppure l'idea,
semplice quanto innovativa, ha la forza di lasciare segni nel tempo.
A Torino l'associazione Idea Solidale è titolare di uno
dei due Centri di Servizio per il Volontariato che da oltre un
decennio operano nella Provincia. È
da qui che tutto è partito.
«Finora i Centri, per quanto dinamici e
propositivi, hanno avuto un raggio d'azione abbastanza ristretto,
limitato all'ambito locale»,
spiega Luciano Dematteis, presidente Idea Solidale, «Ma
negli ultimi anni, grazie anche ad alcuni progetti europei, abbiamo
iniziato a capire quanto sia prezioso confrontare le nostre
esperienze con quelle di altri volontari, magari distanti
geograficamente, ma senz'altro vicini negli intenti e nelle azioni
quotidiane. Sì, perché, malgrado le apparenze, il volontariato ha
tanti tratti comuni, da Nord a Sud».
Ecco allora l'idea degli
scambi.
Non è la prima volta che Idea Solidale tende la mano ad
analoghe realtà di altre regioni. È
già accaduto un anno fa, grazie a un sodalizio con un Centro Servizi
di Reggio Calabria. «Un'esperienza davvero interessante», racconta
Dematteis, «non solo per
condividere esperienze e conoscenze, ma anche per sfatare alcuni
luoghi comuni. La Locride non è solo quella terra in mano alle
cosche che conosciamo attraverso i media. Anche là esistono
coraggiosi progetti di volontariato, realtà nate a costo di estremi
sacrifici, cosa che le rende ancora più preziose». Non solo: «Da
quell'incontro sono nati legami duraturi, che iniziano lentamente a
dare i primi frutti».
Le delegazioni che partecipano al progetto sono scelte
in modo da rappresentare le diverse facce del volontariato,
dall'assistenza sociosanitaria all'impegno culturale. Anche i
percorsi di visita tentano di rispecchiare questa pluralità. Ci sono
momenti più teorici, incontri e seminari, ma anche attività sul
campo. Il tutto all'insegna della concretezza, cercando di favorire
quanto più possibile il dialogo personale.
A Torino i volontari
laziali scoprono una città inedita anche per molti torinesi.
L'itinerario tocca infatti luoghi come il museo del carcere "Le
nuove", il centro didattico-ambientale della cascina Bert e
l'Asai (Associazione di Animazione Interculturale), tutte realtà
estranee ai percorsi turistici, ma tanto utili nel favorire la
coesione sociale dei cittadini. La dimensione internazionale è
garantita dall'incontro con un gruppo di volontari portoghesi,
ospitati in questi giorni dall'Avo (Associazione Volontari
Ospedalieri). È prevista
anche una giornata "fuori porta", in val Pellice, zona
culturalmente molto particolare (segnata, tra l'altro, dalla vitale
presenza della comunità valdese). Lì le varie associazioni di
volontariato sperimentano da tempo percorsi comuni e dimostrano una
spontanea propensione a lavorare in rete, con risultati a volte
sorprendenti.
«Sarebbe bello»,
spiega ancora il presidente di Idea Solidale, «promuovere
simili esperienze anche a livello nazionale, magari attraverso
progetti più organici». D'altra parte, in tempi duri per il terzo
settore, falcidiato dai tagli, anche sugli scambi tra volontari
gravano pesanti ipoteche. Nell'immediato futuro alcuni Centri Servizi
(compresi quelli del torinese) potrebbero essere accorpati, il che
ovviamente porterebbe a ridefinire obiettivi e strategie. «Ma nei
limiti del possibile»,
conclude Dematteis, «speriamo
di poter dare nuovo respiro a questo progetto, in cui crediamo
molto».