Due onlus si incontrano, si piacciono, si capiscono: e una si impegna per l'altra senza chiedere nulla in cambio. Magie del non profit dove l'intesa, gli obiettivi paralleli e la consapevolezza della fatica di andare avanti valgono più di un contratto firmato e di un accordo di partnership. Stiamo tornando, forse, a restituire valore alla cara vecchia stretta di mano. È successo a Milano e chissà dove altro: è l'Italia delle onlus dai budget ridotti. È l'Italia che si fida. È l'Italia che dona.
Children in Crisis Italy è un'organizzazione non profit nata nel 1999: la sua mission investe l'
istruzione nella convinzione che sia il principale strumento di sviluppo per quelle realtà che faticano a "sbocciare".
Tanzania, Ecuador, Repubblica democratica del Congo, Liberia e Sierra Leone: è qui che si concretizza l'impegno dei volontari con la costruzione di scuole, la formazione di insegnanti, l'alfabetizzazione degli adulti, là dove i conflitti e le calamità naturali scoraggiano qualsiasi genere di investimento.
Il
CBM Milano, Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi familiare, una cooperativa sociale fortemente radicata sul territorio milanese: dal 1984 a oggi
oltre 2.500 famiglie sono state sostenute e accompagnate in un percorso di recupero degli equilibri spezzati da violenze e maltrattamenti, più 400 bambini sono stati seguiti attraverso i servizi educativi e di affido familiare e altri 250 hanno trovato un rifugio sicuro in comunità.
Che cos'hanno in comune? I loro progetti, in contesti diversi, su piani diversi, si sono sempre e soltanto sfiorati. Gli uni all'insaputa degli altri. Poi, come in una sceneggiatura hollywoodiana, succede che in un giorno di pioggia alla fermata dell'autobus due vecchie amiche si incrocino dopo qualche anno dal loro ultimo incontro. Bastano poche parole, ma essenziali, e nasce l'idea di fare "qualcosa" insieme.
Quel "qualcosa", da oggi, è diventato realtà. Accade così che, lontano dai clamori mediatici, Children in crisis si ponga come proprio obiettivo dell'anno, nonostante la crisi, di offrire un aiuto concreto al CBM Milano senza chiedere nulla in cambio. Un accordo sulla fiducia del genere "noi facciamo quello che possiamo, quello che voi normalmente non siete in grado di fare e vediamo cosa ne esce". Dalle parole ai fatti il passo è breve: CBM Milano stila una sorta di lista dei desideri che Children in Crisis prende in consegna spuntando le voci sulle quali ha le carte in regola per intervenire. Il tutto nel modo meno invasivo possibile: «I servizi e i progetti rimangono esclusivamente del CBM - ci racconta Barbara Bianchi Bonomi, presidente di Children in Crisis. D'altronde noi non avremmo le competenze che servono. Fare rete dal basso, però, significa stringere soprattutto legami di questo genere e, parlando, confrontandoci, ci siamo resi conto che noi potevamo aggiungere qualche sorriso qua e là ai bambini delle comunità».
Asciugamani, computer, stoviglie, arredi, biciclette, film in dvd, elettrodomestici. Cose, dunque. Ma non solo. «Abbiamo capito, per quanto possa sembrare banale, quanto il recupero della "normalità" dei bambini ospiti nelle comunità passi dal vivere esperienze "normali": da qui l'obiettivo di consegnare "chiavi in mano" al CBM la possibilità di portarli in vacanza, in gita a Venezia, a Gardaland, al cinema o a teatro. Insomma, fuori a fare quello che i loro coetanei sono senz'altro più abituati a dare per scontato».
Quando si dice... "basta parlarsi".