Il problema è tutt’altro che nuovo. Con la diffusione della Chiesa nelle diverse culture si è subito avvertito un certo disagio nell’usare pane e vino in luoghi dove il cibo e la bevanda usuali sono di altro genere. Con tutto ciò la Chiesa, anche in un recente documento (15 giugno 2017), ha ribadito l’uso esclusivo del pane e del vino perché in ogni caso la celebrazione eucaristica ha un preciso riferimento storico nella cena pasquale di Gesù e non in un qualsiasi banchetto rituale. Questa fedeltà anche materiale ai gesti di Gesù intende ribadire la sua storicità, la sua appartenenza alla storia di un determinato popolo che Dio ha scelto per realizzare il suo disegno di salvezza. Il cristianesimo non è una filosofia, ma un evento storico. Inoltre, usando un altro cibo e un’altra bevanda dovremmo cambiare molti testi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento rendendoli incomprensibili.