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Sono circa quattro milioni e mezzo le persone che in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta. Lo certifica un report dell' Istat che analizza i dati relativi all’anno 2015. Si stima che le famiglie in condizione di povertà assoluta siano pari a 1 milione e 582 mila e le persone a 4 milioni e 598 mila, il numero più alto dal 2005. Rispetto al 2014 le persone in povertà assoluta nel 2015 sono quasi mezzo milione in più. L'incidenza della povertà assoluta, infatti, si mantiene stabile negli ultimi tre anni per le famiglie, ma cresce se misurata in termini di persone: 7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013. Questo andamento nel corso dell'ultimo anno si deve principalmente all'aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie più numerose (per le coppie con 2 figli sale dal 5,9 del 2015 all'8,6%) e tra quelle di soli stranieri: si passa dal 23,4% del 2014 al 28,3% del 2015, con margini più accentuati al Nord (dal 24% al 32,1%. Segnali di peggioramento si registrano anche tra chi vive nelle aree metropolitane (sale dal 5,3% al 7,2%) e tra i 45-54enni. La povertà assoluta invece diminuisce se aumenta l'età del capofamiglia (il valore minimo, 4%, nelle famiglie con un'ultra 64enne come riferimento) e il titolo di studio. Si amplia l'incidenza della povertà assoluta se il capofamiglia è operaio mentre resta contenuta se la persona di riferimento è dirigente, quadro o impiegato. A livello territoriale è il Mezzogiorno a registrare i valori più elevati di povertà assoluta. L' Istat stima anche l'incidenza della povertà relativa: nel 2015 sono stimate in 2 milioni 678 mila le famiglie in condizione di povertà relativa per un totale di 8 milioni 307 mila persone. L'intensità della povertà nel 2015 corrisponde a una spesa media equivalente delle famiglie pari a 808,36 euro mensili; nel 2014 era di 811,31 euro mensili. Nel Mezzogiorno la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è pari a 785,75 euro, contro 804,23 euro rilevati nel 2014.





