Siamo una coppia di genitori alle prese con il passaggio da infanzia a preadolescenza del nostro unico figlio, cosa che ci richiede molte energie. A volte ci sembra di non averne più. Io e mio marito litighiamo spesso per questioni educative e giorno dopo giorno il clima in famiglia è sempre più pesante e mio marito dice di non poterne più. In casa siamo sempre arrabbiati, la tensione non si spegne mai. Non si ride più, a tavola c’è spesso silenzio. Ma la crescita di un figlio può mettere così a dura prova i genitori anche quando questi si attrezzano e fanno tutto il possibile? Come si fa a evitare di focalizzarsi troppo sul figlio e a mettere quella giusta distanza nella relazione con lui per non sentirci smarriti e persi?
ALDINA
— Cara Aldina, chi sa quanti genitori si ritrovano nelle tue parole. La fine dell’infanzia mette a dura prova la coppia genitoriale. Ci sono sfide e provocazioni, dubbi e questioni educative che lasciano spesso mamma e papà confusi su quale sia l’approccio migliore con cui gestire la relazione educativa con il proprio figlio.
E più i genitori sono confusi, più i figli lo sono a loro volta. Accorgersi che i genitori litigano e discutono di continuo per causa tua, che in casa nessuno sorride più, che – persi nella preoccupazione educativa – si è andato annebbiando il piacere delle relazioni in famiglia, comporta convivere con una “cappa” invisibile ma pesantissima, che toglie il fiato e rende tutto faticoso. Proprio come racconti tu. Ti do tre consigli. Prima di tutto, aprite la vostra casa all’incontro con altre famiglie che hanno figli dell’età del vostro.
Cercate almeno una volta a settimana di cenare o pranzare con altri genitori e di rianimare il tempo della tavola facendolo diventare tempo conviviale anche grazie a inviti e incontri con persone che sono nella vostra stessa fase genitoriale. Il secondo consiglio è: non fate tutto da soli. Se vi sembra che la situazione in casa sia davvero degenerata, parlatene con qualcuno di cui vi fidate.
Se il papà dice frasi come “Non ce la faccio più”, dovete trovare il modo che vi consenta invece di sentire che ce la può fare e che anzi “provare a farcela” è la cosa più importante. Infine, vi consiglio di trovare tempo per voi, di dedicarvi a una buona manutenzione di coppia. Il rischio è che educare i figli diventi l’unica preoccupazione dei due adulti, se in tal modo si dimenticano di essere anche coniugi, complici e amici. Leggi Lo faccio per me di S. Andreoli (Bur), un libro che mostra come essere buoni genitori comporti in primo luogo saper avere cura di sé stessi, sia dal punto di vista emotivo che scegliendo di dedicare attenzione verso i propri bisogni e non solo verso quello degli altri. Se il serbatoio dell’energia è svuotato, ogni passo nella vita sembrerà una fatica immane.