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giovedì 15 maggio 2025
 
 

Terremoto, prefabbricati per le Feste

23/12/2012  Nell’Emilia del terremoto sono arrivati i primi prefabbricati che per sei anni ospiteranno cento famiglie dopo le scosse del maggio scorso. E anche i negozi ripartono dai container.

Per cento famiglie della bassa modenese questo Natale avrà il sapore di casa. Nell’Emilia del terremoto sono arrivati i primi moduli abitativi temporanei, ovvero i primi prefabbricati che per sei anni ospiteranno le famiglie che dopo le scosse del maggio scorso sono rimaste senza un tetto. Le prime consegne sono avvenute nella provincia di Modena, a San Possidonio e a Mirandola. A San Possidonio, un paese che è diventato famoso per la vendita straordinaria del parmigiano terremotato, sono stati consegnati 73 fabbricati, divisi tra il capoluogo e la frazione di Porcello. Il resto della consegna, per un totale di circa una trentina di abitazioni provvisorie, riguarda la città di Mirandola e la frazione di Cividale. Niente da fare invece per altri centri gravemente colpiti, come Novi e Cavezzo, dove chi ha perso la casa dovrà attendere ancora.


Si parla della fine del mese di gennaio per la messa a regime dei quartieri prefabbricati nei centri emiliani colpiti dal terremoto. Complessivamente saranno assegnati ai rispettivi comuni 800 moduli abitativi urbani e 170 prefabbricati rurali. Un numero relativamente esiguo, perché la scelta della Regione è stata quella di puntare direttamente alla ricostruzione, mettendo a disposizione case sfitte e alloggi nelle strutture alberghiere. D’altra parte gli stessi emiliani fin da subito hanno dimostrato di essere capaci di arrangiarsi, cercando soluzioni alternative, e sono migliaia i cittadini che hanno chiesto contributi di autonoma sistemazione, passando dalle tendopoli fai da te alle sistemazioni in case in affitto o presso parenti e amici. Nelle campagne, molte famiglie hanno preferito accamparsi in roulotte all’interno della loro stessa proprietà, per non lasciare le abitazioni incustodite. Secondo le stime, oltre la metà dei prefabbricati richiesti sono destinati a cittadini extracomunitari.


Intanto anche l’Emilia del terremoto si prepara al Natale. Un Natale con poche luci, in ogni caso frutto di  donazioni. Accanto ai centri storici ancora transennati, anche le attività economiche  ricominciano in container. Come nel caso di Cavezzo, una cittadina completamente sventrata dal terremoto, dove proprio in questi giorni è stato inaugurato il nuovo centro commerciale all’interno di una struttura prefabbricata. Ma, soprattutto, sarà un Natale senza chiese. Il terremoto dell’Emilia se l’è presa soprattutto con i campanili e con le fabbriche. Sono oltre 500 le chiese gravemente danneggiate o comunque inagibili. Le comunità sono rimaste senza luoghi di culto e hanno dovuto arrangiarsi e cercare strutture alternative, con molta buona volontà e gravi disagi. Proprio all’Emilia senza chiese dedichiamo un ampio servizio nel numero di Natale di Famiglia Cristiana No. 52, in edicola e in parrocchia dal 20 dicembre.

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