Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 13 ottobre 2024
 
Il teologo risponde
 

Preghiera e liturgia, non vediamole come un peso di cui liberarsi

17/04/2018 

CESARE - Capita di vedere che, mentre il sacerdote recita il Credo o la preghiera dei fedeli, il diacono o chi per lui prepari il calice e la patena sull’altare. È giusto sovrapporre le due cose?

La prassi liturgica preconciliare aveva purtroppo abituato alle sovrapposizioni: mentre la corale cantava il Gloria o il Credo, il sacerdote recitava per proprio conto lo stesso testo e i fedeli facevano ciascuno le proprie preghiere. La riforma liturgica ha inteso restituire a tutti i gesti della celebrazione il loro signifi­cato e la loro dignità. Non si tratta di guadagnare tempo. La preghiera, soprattutto quella liturgica, non è un peso di cui liberarsi il prima possibile. La preghiera è un atto d’amore gratuito. Se mentre si recita la professione di fede o si innalza la preghiera dei fedeli o si celebra il silenzio i ministri fanno altro, che idea di preghiera e quale serietà di culto cristiano si offre al mondo? Non è questione di quantità, né di formalità, ma di qualità e verità.

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo