Le mani giunte e qualche minuto di silenzio. «Una adorazione silenziosa», la definisce il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Il Papa a Istanbul inverte il programma e si reca prima nella Moschea Sultan Ahmet, nota come la Moschea Blu, una delle più importanti moschee della città. Accanto a lui il Gran Muftì, anche lui raccolto in silenzio. Papa Francesco si era tolto le scarpe all'entrata, accolto sia dal Gran Muftì che da un Imam. Papa Francesco è il terzo Pontefice a entrare in una moschea. Il primo fu Giovanni Paolo II nel suo viaggio a Damasco. Bergoglio era però già entrato in moschea durante il suo viaggio a Gerusalemme quando aveva sostato in raccoglimento accolto sulla spianata delle Moschee.
Subito dopo il corteo papale si è diretto verso Hagia Sophia, la basilica dedicata alla Divina provvidenza, oggi trasformata nel Museo di Santa Sofia. Il Mueso fu visitato sia da Paolo VI che da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, rispettivamente nel 1967, nel 1979 e nel 2006. Sul libro d'oro del Museo papa Francesco ha scritto, prima di ripartire, «Quam dilecta tabernacula tua Domine. Contemplando la bellezza e l’armonia di questo luogo sacro, la mia anima si eleva all’Onnipotente, fonte ed origine di ogni bellezza, e chiedo all’Altissimo di guidare sempre i cuori dell’umanità sulla via della verità, della bontà e della pace».
Dopo l'incontro con il Gran Muftì, al quale il Papa ha ribadito per due volte che «Dobbiamo adorare Dio», e con il direttore del Museo il Papa si è recato alla Rappresentanza pontificia di Istanbul. In ricordo di Giovanni XXIII la strada nella quale sorge la nunziatura è stata intitolata "via papa Roncalli". Qui papa Francesco si è intrattenuto con i rappresentanti delle comunità cattoliche di Istanbul, circa una cinquantina di persone tra armeni, siri, caldei e latini).