L’appuntamento è per sabato 6 ottobre al Santuario calabrese di Nostra Signora dello Scoglio, a Platanica. La seconda Giornata diocesana di preghiera per la conversione dei mafiosi si aprirà alle 11 con il rosario e proseguirà poi nel pomeriggio con la catechesi di fratel Cosimo, la messa celebrata dall’arcivescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva e la processione mariana.
È stato lo stesso monsignor Oliva, a giugno dello scorso anno a istituire la giornata di pregheira: «Riconoscendo che la ‘ndrangheta e la mentalità mafiosa sono espressione di una cultura di morte, che si oppone radicalmente alla Fede Cristiana e al Vangelo», si leggeva nella nota diocesana, il vescovo ha indetto «una giornata diocesana di preghiera per la conversione dei mafiosi e la riconciliazione con la casa comune» da tenersi «ogni anno il primo sabato del mese di ottobre nel Santuario Nostra Signora dello Scoglio. In tutti gli altri Santuari diocesani può essere celebrata il primo giorno di novena della festa in essi commemorata o in altra data concordata anzitempo con l'Ordinario».
Una decisione che segue l’invito di papa Francesco «a pregare il Signore perché gli uomini e le donne delle diverse mafie smettano di fare il male, si convertano e, cambiando vita, riconoscano che il denaro degli affari sporchi e dei delitti mafiosi è ignobile, puzza e produce un potere iniquo che, sfruttando carenze economiche, sociali e politiche, dà origine a deplorevoli progetti criminali».
Istituendo la Giornata il vescovo Oliva, lo scorso anno, aveva ricordato che essa è «una forte iniziativa spirituale e di riscatto che vede la Chiesa protagonista in una terra difficile, deprivata e sotto la costante minaccia della ‘ndrangheta» e serve soprattutto per «coinvolgere l’intera comunità su problemi molto gravi e di pesante attualità. La locride è una terra che storicamente soffre il condizionamento di associazioni criminali, come la 'ndrangheta, che incide molto negativamente sul suo sviluppo sociale ed economico».
Per contrastare le mafie, aggiunge il vescovo di Locri, «occorre perseguire tutte le vie, anche quella della preghiera. Non è possibile piegarsi a essa né assuefarsi alla mentalità mafiosa. Questo è anche un problema culturale che corrompe il modo di pensare e di agire di tanti».
Ruolo della Chiesa «è soprattutto quello della formazione e dell'accompagnamento spirituale. Anche se il suo compito non è repressivo e accusatorio, non può tacere di fronte all'ingiustizia e al male. Il suo è un compito delicato ma importante: indicare percorsi di fede che non allontanano l'uomo dai suoi impegni e dalle sue responsabilità. Ad essa interessa che
chi sbaglia si ravveda e attraverso un cammino di conversione interiore ritorni a Dio veramente rinnovato, che abbandoni la via del male e del crimine».