Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 14 settembre 2024
 
DISCORSO STORICO
 

«Ho un sogno», l'altra Europa di Bergoglio

06/05/2016  Bergoglio come Martin Luther King. Ricevendo il Premio Carlo Magno, davanti ai vertici dell'Ue (e alla cancelliera Angela Merkel, seduta accanto a Matteo Renzi) il Papa detta una nuova agenda a Bruxelles. Persone e non denaro, popoli e non lobby, insieme per una Patria comune. Tanti applausi: ma chi lo seguirà?

Tutti in piedi ad applaudirlo. Ma avranno capito bene? E poi: che faranno adesso? Papa Francesco riceve il Premio Carlo Magno e pronuncia un discorso perfetto che sbaraglia  l'insipienza europea e inchioda l'Unione alle sue responsabilità, proprio quell'Europa che, citando Konrad Adenauer, sta peccando di «fuga dalla responsabilità». È severissimo e dice alla fine: «Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia». Il sogno di Bergoglio spalmato in faccia ai vertici dell'Ue è esigente. Lui lo declina così: «Sogno un nuovo umanesimo»; «Sogno un'Europa in cui essere migrante non sia un delitto»; «Sogno un'Europa dove i giovani respirano l'aria pulita dell'onestà»; «Sogno un'Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate più sui volti che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull'aumento dei beni». 

Parla di lavoro per tutti e invoca  «nuovi modelli economici più inclusivi ed equi, non orientati al servizio di pochi, ma a beneficio della gente e della società».  spiega che la parola chiave è «dialogo» e che «la pace sarà duratura nella misura in cui armiamo i nostri figli con le armi del dialogo». E che questa cultura del dialogo dovrebbe essere inserita nei curricula scolastici. L'analisi di quello che l'Europa è oggi è pesantissima tra riduzionismi  su tutto, crudele povertà che porta all'esclusione e sbaraglia l'identità dinamica e multiculturale che invece avevano deciso come architettura dell'Europa i padri fondatori. Cita Alcide De Gasperi e tutti gli altri da Schuman ad Adenauer per dire, secondo le parole di De Gasperi, che dobbiamo essere preoccupati della nostra «Patria Europa» e dobbiamo «ricominciare senza paura un lavoro costruttivo che esige i nostri sforzi di paziente è lunga cooperazione».

Foto Reuters.
Foto Reuters.

Insomma quella di oggi è un'Europa che ha bisogno di una «trasfusione di memoria». È un concetto che Bergoglio prende a prestito da Elie Wiesel sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti. Il Papa spiega che ciò permette di non lasciarsi prendere dalla tendenza attuale che ritiene spesso più attraente occuparsi dei risultati immediati che sono costruiti tuttavia sulle «sabbie mobili». La critica alle attuali politiche europee non lascia dubbi sulla visione del papa, il quale denuncia che oggi ci si accontenta di «ritocchi cosmetici», o di «compromessi tortuosi per correggere qualche trattato».Invece bisogna osare secondo l'audacia di chi fondò l'Europa:«Osarono trasformare radicalmente i modelli che provocarono soltanto violenza e distruzione, e osarono cercare soluzioni multilaterali ai problemi che a poco a poco diventavano comuni».L'Europa «nonna», espressione che il Papa ha usato di nuovo, e che coniò a Strasburgo il 25 novembre di due anni fa nel discorso davanti al Parlamento europeo, capirà? Ma, soprattutto, cosa farà?

Multimedia
Da Merkel a Draghi al re Felipe, dal Papa tutti i leader d'Europa
Correlati
I vostri commenti
4

Stai visualizzando  dei 4 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo