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mercoledì 14 maggio 2025
 
Premio Nonino 2015
 

Bonnefoy, parole colme di speranza

30/01/2015  Il grande poeta è uno degli intellettuali che domani verranno insigniti del prestigioso Premio Nonino 2015. Insieme a lui verranno festeggiati Ariane Mnouchkine, Martha Nussbaum e Roberto De Simone.

La poesia ha bisogno di testimoni, di figure che incarnino la sua scommessa. Non c’è dubbio che Yves Bonnefoy, nato a Tours nel 1923, sia oggi una delle icone non solo francesi ma mondiali della poesia contemporanea. Del resto la sua età e l’aver attraversato gran parte del secolo scorso – con i suoi crolli e i suoi azzardi – per approdare a un tempo che anche più duramente sembra contestare l’uso poetico della parola, lo pongono in una posizione privilegiata.

Tradotto intensamente in italiano (gli è stato dedicato nel 2010 un volume dei “Meridiani”, a cura di Fabio Scotto), ha un legame speciale con il nostro Paese (basta pensare alle traduzioni da Leopardi): non sorprende dunque che venga insignito del Premio Internazionale Nonino 2015, dopo essere stato premiato nel 2011 al Viareggio.

Della notizia incerta e incrinata che il mondo occidentale ha oggi di poesia Bonnefoy è ben cosciente. Non per nulla, è autore di riflessioni di critica e di poetica, oltre che di scritti sull’arte (ad esempio sui grandi prospettici del Quattrocento, come l’amato Piero della Francesca). Scrive tra l’altro nel saggio La sfida occidentale della poesia: «Ma se la crisi non è così tangibile nella creazione poetica propriamente detta, al contrario è innegabilmente evidente nella ricezione sospettosa o ostile che riserva alle sue opere, o per meglio dire […] al suo sguardo sul mondo, buona parte dei testimoni della realtà letteraria […]». A tal punto, osserva Bonnefoy, che «la crisi si evidenzia quasi con egual violenza […] nei poeti stessi, tentati di ritrarsi da ciò cui tengono di più». Di fronte a una messa in questione tanto seria, la risposta del Bonnefoy poeta e teorico non è mai stata di rinuncia, ma di riscoperta delle ragioni della parola.

Formatosi su studi matematici e filosofici, il giovane Bonnefoy transitò per il Surrealismo, per poi superarlo, senza disperderne alcune suggestioni. La sua poesia, da Movimento e immobilità di Douve (1953) fino al recente L’ora presente (2011), è un tentativo di riannodare fili, stringere in una complessa unità linguaggi e ricerche (si ricordi che egli ha tra l’altro diretto il Dizionario dei miti e delle religioni, 1981). In particolare la sua opera, che culmina in libri della piena maturità come Quel che fu senza luce (1987), Inizio e fine della neve (1991), Le assi curve (2001), cerca un luogo, cerca una luce per la poesia, la stessa inseguita negli scritti saggistici e riflessivi. 

La poesia matura di Bonnefoy si colloca in una sospensione: la parola, consapevole modernamente di venire dopo la fine degli dèi, non rinuncia al soffio della presenza, all’unione di finito e infinito, di essere e non essere intrecciati nell’attimo. Essa si sottrae al discorso concettuale per ritentare l’unità avventurosa della parola con la cosa, intravista nell’infanzia, sulla soglia del linguaggio. Nulla di più fragile e contrastato, dunque. Eppure nulla di più essenziale: «[…] io credo che non vi sia oggigiorno poesia vera che non cerchi e non intenda cercare, fino all’ultimo respiro, di fondare una nuova speranza».

Nel punto alchemico rappresentato dalla parola poetica, anche la teologia, una teologia magari paradossale e negativa, è convocata, seppure Bonnefoy rifiuti la nozione di poesia religiosa. Così recita un testo celebre di
Pietra scritta (1965), intitolato La luce, mutata (riporto delle tre quartine la seconda e la terza): «Dio che non sei, posa la mano sulla nostra spalla, / Abbozza il nostro corpo col peso del tuo ritorno, / Compi la fusione delle nostre anime agli astri, / Ai boschi, alle grida d’uccelli, alle ombre e ai giorni. // Rinuncia te in noi come si squarcia un frutto, / E noi cancella in te. Rivela il senso / Misterioso di ciò che è solo semplice / E senza fuoco cadrebbe in parole senza amore».

L’enigma dell’essere nella semplicità delle cose è l’oggetto di questa poesia, insieme densa ed elementare,
testimone della possibilità di continuare a interrogare umanamente il mondo.

IL PREMIO NONINO 2015

  

Yves Bonnefoy è solo uno degli intellettuali che sono stati insigniti del Premio Nonino 2015, uno dei massimi riconoscimenti in ambito culturale. Insieme al poeta, domani 31 gennaio verranno premiati e festeggiati presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto l'icona del teatro Ariane Mnouchkine, la filosofa americana Martha Nussbaum e il maestro Roberto De Simone. 

Il Premio Nonino, giunto alla sua quarantesima edizione, presieduto da una giuria di spessore internazionale, ha saputo in molti casi anticipare altri riconoscimenti, compreso il premio Nobel, e ha dato sostegno alle espressioni culturali impegnate a salvaguardare e promuovere il patrimonio culturale e ambientale.

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