Stavamo discutendo quando prenotare il mare, voluto a tutti i costi dai nostri due figli (13 e 8 anni). Ma a un certo punto la figlia tredicenne ci ha urlato: «Con voi non ci vengo. Vado in montagna col mio oratorio!». Mi sono inviperita, le ho gridato tutti gli insulti che potevo, lei muta, ma suo padre con la solita calma ha sentenziato: «Lei vada pure in montagna, noi tre al mare!», «Ecco, papà mi capisce», ha urlato la vipera. E io non so più cosa fare e soprattutto non so più con chi prendermela!
MAMMA GIULIA
— Naturalmente, mamma Giulia, vuoi che mi schieri! Nella tua lunga lettera mi spieghi che le vacanze al mare erano programmate, anche con il consenso di papà. Lei si iscrive invece alle vacanze oratoriane, senza nemmeno preavvisarvi, secondo te, e tu la minacci che cancellerai quella iscrizione, mentre suo padre “con la solita calma” le dà ragione. Anche lui, senza consultarti. Ma chi ha ragione? Nessuno!! Avete perso tutti. La figlia mette il muso (contro di te, sospetti) e invece è appesantita, addolorata: si sente la causa dei vostri litigi. E non è certo la prima volta!
Quando un figlio si sente preso dentro le vostre incomprensioni, magari sul momento si mette dalla parte di chi lo spalleggia, ma poi si sente sordamente in colpa, si sente infelice. Nessun figlio, cara mamma Giulia, è contento di essere in mezzo ai malintesi dei genitori, indipendentemente da chi vince e chi perde! E allora, ti sento chiedere. A tavolino, la soluzione sembra perfino facile: mai mostrare al figlio chi vince e chi perde in una discussione a causa sua! Sarebbe davvero un grande rispetto per il figlio riuscire a dirgli: papà e mamma prenderanno una decisione rispetto alla questione che tu hai posto e poi ti daranno una risposta!
Questa è la logica del rispetto: in questo caso, verso la figlia che così non si sentirà responsabile dei vostri litigi e verso voi due che avete – senza nessuna colpa – soluzioni diverse allo stesso problema. Ripeto: è normale avere prospettive e soluzioni diverse... non avete lo stesso cervello e, soprattutto, la stessa storia: allora ciascuno provi a spiegare all’altro le proprie ragioni, sicuro che l’altro si sforzerà di capirle, se dette con pace.
Parlatene voi due, da soli, e poi pronunciate la frase magica, che fa bene a tutti: «Mamma e papà hanno discusso e sono arrivati alla seguente conclusione: per questa volta...», e questo qualunque sia la conclusione che avete trovato voi due assieme! C’è poi un altro aspetto, a cui accenno soltanto: vostra figlia ha tredici anni e sta cercando – in situazione protetta come l’oratorio – di allentare un poco i legami con voi. Anche questo è un aspetto importante, non ti pare?