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giovedì 22 maggio 2025
 
 

Il nuovo Evangeliario Ambrosiano

18/10/2011  Il desiderio di comunicare con l'arte contemporanea alla base della scelta dei sei artisti, le cui opere sono state inserite nel nuovo libro liturgico della diocesi di Milano.

«“Il Vangelo è la bussola della mia vita” è stato il motto del mio episcopato a Milano e quindi sono molto felice che, lasciando il mio incarico al cardinal Scola, l’Evangeliario sia stato ultimato e possa essere consegnato a tutte le parrocchie della diocesi». Una sorta di “testamento spirituale” quello che stamani a Triuggio (Milano), presso la Casa di spiritualità Sacro Cuore, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, ha consegnato verbalmente ai suoi fedeli presentando il nuovo Evangeliario ambrosiano insieme al suo successore, il cardinale Angelo Scola.

L’Evangeliario è il libro liturgico più solenne, il libro che incorpora le letture evangeliche delle domeniche, delle feste e delle solennità del rito ambrosiano e che, portato nella processione d’ingresso delle celebrazioni solenni, viene letto ogni domenica dal sacerdote quando proclama dall’ambone il Vangelo. Esso costituisce quindi uno dei punti cardine della liturgia cristiana. Nei secoli l’Evangeliario è sempre stato accompagnato da un ricco corredo artistico. Il nuovo Evangeliario ambrosiano - che precede quello romano (che dovrà essere pubblicato in futuro) -, non fa eccezioni. Frutto di un paio di anni di lavoro, esso presenta infatti, accanto alle letture, molte tavole di sei artisti contemporanei, espressione di generazioni diverse e di diverse tendenze espressive: da Giovanni Chiaromonte, Nicola De Maria, Mimmo Paladino ed Ettore Spalletti, già affermati negli anni ’70, ad altri emergenti come Nicola Saporì e Nicola Villa.

«Siamo portati dall’artista a camminare dentro al Mistero, questa è la vera forza del carattere simbolico dell’arte, che dobbiamo riapprendere ad apprezzare abbandonando un certo razionalismo anche nel contemplare un’opera d’arte», ha affermato il cardinale Angelo Scola durante conferenza stampa. «L’arte contemporanea ha una forza liberante perché ti sposta continuamente, ti porta in alto e queste illustrazioni hanno proprio questo compito». Il cardinale ha precisato poi che «il carattere simbolico dell’arte è mediatore di relazione, la stessa che vediamo in Gesù che crede nel Padre, perdona, discute, moltiplica pani e pesci, muore per noi, risorge, insomma si intrattiene con gli uomini». Il nuovo arcivescovo di Milano ha poi lasciato intendere di essere interessato al dialogo con l’arte contemporanea perché essa è «particolarmente adatta ad affrontare la questione della fede, perché risente del travaglio tipico del nostro tempo e dell’eterno problema della fede, quello di mediare la contemporaneità di Gesù con noi, di saltare cioé il grande fossato del tempo come lo chiama Lessing. Per questo tutta l’arte e la scienza sono interlocutori privilegiati della fede», ha concluso.

Dal 5 novembre all’11 dicembre a Palazzo Reale le tavole saranno esposte al pubblico prima di essere rilegate nell’originale che sarà poi consegnato in Duomo. Nella chiesa di San Raffaele e alla Galleria San Fedele vi saranno due mostre accessorie, rispettivamente con l’esposizione dei bozzetti preparatori delle opere degli artisti e con altre opere realizzate per l’occasione e che illustrano il rapporto tra culto e liturgia.

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