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mercoledì 27 settembre 2023
 
SCAUTISMO E AMBIENTE
 
Credere

Barbara Battilana: «Impariamo dai ragazzi a custodire il creato»

01/07/2021  «Noi scout educhiamo da sempre all’amore e al rispetto per la natura, ma la sorpresa è che i piccoli sono davvero pronti a cambiare abitudini per salvare il pianeta», dice la presidente di Agesci

«Sostare al tramonto con i compagni al termine di una giornata di cammino e in silenzio contemplare il creato: questa per me è l’esperienza più bella della grandiosità di Dio». Barbara Battilana, 44 anni, vicentina, presidente del Comitato nazionale Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani), ha imparato ad amare la natura fin da ragazzina, proprio grazie agli scout. «Il sesto articolo della Legge recita “la guida e lo scout amano e rispettano la natura”: sin dagli esordi del movimento, nel secondo decennio del Novecento il fondatore Robert Baden Powell sottolineò come nel “meraviglioso libro della natura” si possano ammirare “quante cose meravigliose Dio ha messo su questa terra”. Il tutto perché ne possiamo gioire». Un’esperienza, quella del vivere nella natura, goderne e tutelarla, condivisa oggi in tutta Italia dai 180 mila ragazzi ed educatori Agesci, e che ha acquisito ancora più vigore con la pubblicazione della Laudato si’, l’enciclica di papa Francesco dedicata alla cura del creato.

Cosa significa per le guide e gli scout «amare e rispettare la natura»?

«Per noi guide (così si chiamano le donne del movimento, ndr) e scout la natura non è solo l’ambiente in senso stretto, ma è il creato donatoci e affidatoci da Dio. Ed è l’ambiente principale in cui svolgiamo la nostra attività educativa: vivere all’aria aperta è uno dei capisaldi dello scautismo, permette di assaporare il bello e di sentirsi parte di qualcosa di più grande, imparando a trarre benefici e facendo anche sì che questo grande patrimonio possa essere goduto da tutti, comprese le generazioni future».

Può fare qualche esempio concreto di come voi scout amate e rispettate la natura?

«Innanzitutto si tratta di conoscerla, facendone esperienza. In mezzo al bosco o nei prati ti accorgi ad esempio della varietà dei fiori e delle piante: osservare ciò che ci circonda è un modo semplice per imparare ad apprezzare la biodiversità. Ancora, sempre in questa direzione, conoscere il firmamento o saper dare un nome alle montagne che ci circondano sono grandi occasioni educative. Per scendere poi più nel concreto, potremmo partire dall’uso della borraccia, tanto in voga negli ultimi anni come antidoto alle bottigliette d’acqua usa e getta. Ebbene, la borraccia fa parte dell’equipaggiamento di ogni guida e scout fin da quando si è bambini. Ancora, privilegiamo da sempre l’uso dei mezzi pubblici sui trasporti privati, così da ridurre l’impatto delle nostre attività e tutelare l’ambiente. Tra l’altro, treni e bus sono mezzi di trasporto che avvicinano alla gente e permettono di incontrare persone diverse. A proposito di strumenti, usiamo poi la Bibbia o il canzoniere per evitare di produrre ogni volta fotocopie monouso. E cerchiamo anche di avere sempre cura dei materiali: tende, gavette e tutta l’attrezzatura da campeggio viene utilizzata fino a quando è possibile, prima di optare per una sostituzione. Recentemente stiamo poi sostituendo la plastica che ricopre le riviste associative con bioplastica biodegradabile e compostabile».

Cosa è cambiato allora con la Laudato si’ ?

«L’enciclica per noi è un grande dono, ci ha posto in un cammino di approfondimento e riflessione aprendo la dimensione del creato non solo a ciò che è esterno all’uomo, ma considerando l’uomo e la donna proprio come parti integranti del creato. In parte sono concetti che già facevano parte del nostro dna, ma Francesco ha sistematizzato il pensiero, permettendoci di focalizzare con una maggior consapevolezza la correlazione fra giustizia, ambiente e solidarietà: come dice il Papa, tutto è integrato».

Alla pubblicazione dell’enciclica sono seguiti progetti ad hoc?

«Nel 2019 abbiamo lanciato la campagna #NoiCustodiAmo (vedi box nella pagina precedente, ndr) e varie iniziative continuano a susseguirsi anno dopo anno. L’obiettivo è cercare di coinvolgere le comunità locali nella cura del creato, che per noi è una vera e propria missione».

Bambini e ragazzi riescono a cogliere il valore di quanto proponete?

«Sì, sono sensibili alle tematiche ambientali e hanno anche un occhio più puro di noi adulti. Poi, certo, le criticità non mancano. Ad esempio anche a causa della pandemia nella nostra società si stanno nuovamente diffondendo imballaggi monoporzioni e prodotti preconfezionati: il modello che invece noi proponiamo punta ad accrescere la consapevolezza e la sostenibilità nelle azioni quotidiane. Un’altra sfida, visto che per lo più i ragazzi vivono in contesti urbanizzati, è poi quella di riconoscere e custodire la bellezza anche in città. Quindi, giusto per fare un esempio, sentirsi chiamati a raccogliere una cartaccia dal marciapiede e a non buttarne a nostra volta a terra».

È un’impressione o l’Agesci non partecipa ai Fridays for Future?

«È vero che, come associazione, l’Agesci si fa vedere poco alle manifestazioni pubbliche, ma spessissimo le guide e gli scout partecipano singolarmente, come liberi cittadini. In generale siamo più inclini al fare che al parlare, coltiviamo la quotidianità della dimensione politica. A mio modo di vedere è molto più rivoluzionario accompagnare decine di migliaia di ragazzi in un cammino di cura e sostenibilità, così che a loro volta possano generare una trasformazione reale e quotidiana, piuttosto che presenziare a una manifestazione. Il vero cambiamento avanza a passi piccoli e silenziosi. Il nostro non è un modo di nascondersi: più che a farci sentire puntiamo a promuovere un cambiamento diffuso».

E lei, nella sua vita quotidiana, come mette in pratica la cura del creato?

«Faccio attenzione a ciò che compro, badando alla provenienza e all’eticità del lavoro che sta dietro ai singoli prodotti. Differenzio con cura i rifiuti. Poi mi piace cogliere e magari far notare a chi ho accanto − compresi gli studenti delle scuole superiori a cui insegno Informatica − le piccole bellezze dell’ambiente che ci circonda: un fiore, il mutare delle nuvole in cielo, un bel panorama».

Dovesse indicare la cosa più importante che ha imparato dalla natura?

«La resilienza. Ne ho avuto consapevolezza netta lo scorso anno, durante il primo lockdown: nonostante fosse tutto bloccato, la natura aveva la forza di rigenerarsi continuamente portando frutto. Per me è stato un grande stimolo a cercare di vedere “il sole delle nuvole”, il bene oltre alle difficoltà, come esortava sempre anche il nostro fondatore».

Chi è

Età 44 anni 

Incarico Presidente del Comitato nazionale Agesci

Fede Coltivata nello scautismo 

Motto per il Creato Fatti, non parole

Agesci #NoiCustodiAmo

  

Da sempre impegnata nell’educazione alla conoscenza e alla tutela del creato, nel 2019 Agesci ha promosso la campagna #NoiCustodiAmo per contribuire a far crescere consapevolezza e impegno a proposito del rispetto dell’ambiente e della necessità di stili di vita sostenibili. Sulla slancio della campagna ancora oggi i gruppi scout promuovono momenti di azione e confronto sul territorio a tema custodia del creato. Qualche esempio? In Puglia il gruppo Rutigliano 2 ha ripulito diverse aree del paese, predisposto le campane per la raccolta differenziata e organizzato dei momenti di formazione per la cittadinanza: nel 2019 l’impegno è stato premiato dal presidente della Repubblica con l’onorificenza di Alfieri della Repubblica. Per la Giornata del creato diversi gruppi organizzano poi ogni anno veglie di preghiera, biciclettate e iniziative varie per promuovere il rispetto del territorio.

 
 
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