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sabato 02 novembre 2024
 
 

Manco un tweet per i preti coraggiosi

11/04/2012  Campagne contro la Chiesa sempre più frequenti. Solo silenzio, invece, per i sacerdoti che in Calabria, Campania e Sicilia lottano contro la mafia.

E così, hanno sparato di nuovo contro don Giacomo Panizza e contro Progetto Sud, la comunità che il sacerdote ha organizzato a Lamezia Terme per accogliere disabili e immigrati in un edificio sequestrato alla criminalità organizzata.

Dopo questo episodio, abbiamo due sole certezze. La prima è che don Giacomo non si farà scoraggiare. La seconda è che per lui non ci saranno tweet né post su Facebook; non partiranno campagne e non ci saranno mobilitazioni fuori da quel mondo cattolico affezionato alla legalità che da sempre cerca di essere vicino a lui e agli altri sacerdoti che resistono al dilagare male in Calabria, in Sicilia, in Campania.  

Famiglia Cristiana e Famigliacristiana.it cercano da tempo di raccontare questa ostinato, rischioso attaccamento al Vangelo nelle terre di mafia. Che produce eroismo ma anche vittime: per fare solo pochissimi esempi, dai martiri don Peppino Diana e don Pino Puglisi a don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, che da decenni non può muoversi se non accompagnato dalla scorta.

Non siamo i soli a parlare di loro ma ci piacerebbe ugualmente essere in più folta compagnia. In compagnia, per esempio, di chi ha organizzato una campagna piena di falsità per spiegare al popolo che la Chiesa (tutta la Chiesa) non paga le tasse e che i preti sono evasori fiscali. O dei molti che hanno usato i social network, e anche la disponibilità del nostro sito, per provare a diffondere la vergognosa equazione “preti = pedofili”, ignorando bellamente non solo la realtà ma anche l’operazione di moralizzazione e pulizia varata e condotta da Benedetto XVI.

Sappiamo tutti che lascia soli gli avversari della mafia vuol dire aumentare il rischio che essi corrono. Cari amici, perché allora non aprite le pagine dei vostri giornali (laici naturalmente, e pieni di senso dello Stato e di correttezza civica) al sacrificio, religioso ma anche civile, dei preti che lottano in Calabria, in Sicilia, in Campania? Cari attivisti della Rete, perché non pensate (ogni tanto, mica sempre; e non vi si chiede nemmeno di andare a Messa, non temete) anche a questi esempi luminosi di sacerdozio? Suvvia, un tweet anche per loro non mi manderà certo in rovina. Forse, al contrario, farà di voi italiani un po’ più aperti e consapevoli.  

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