Quattro sacerdoti appassionati di Dio e compagni di strada dell'umanità più dolente. Don Luigi Ciotti, don Vinicio Albanesi, don Gino Rigoldi e don Maurizio Patriciello commenteranno il Vangelo festivo durante la trasmissione Rai "A sua immagine", in onda il sabato pomeriggio alle 17.10 e la
domenica mattina su Rai Uno. La Parola di Dio letta e attualizzata dalle periferie urbane ed esistenziali. Il via, sabato 29 novembre, con l'inizio dell'Avvento e dunque con l'inizio del nuovo anno liturgico secondo il Rito romano.
È una delle novità della trasmissione presentate dalla
Rai e dalla Conferenza episcopale italiana (Cei).
E se il direttore
di Rai1, Giancarlo Leone, parla della rubrica come di
«televisione di qualità e di grandi contenuti», il
segretario dei Cei monsignor Nunzio Galantino dice esplicitamente
che «si vuole tradurre in fatti e immagini ciò che papa
Francesco ci chiede senza sosta: quello di essere chiese in
uscita». La
trasmissione alternerà come sempre storie di fede e interviste
con personaggi pubblici, iniziative delle comunità
ecclesiali locali e l'Angelus del Papa. Tra i vip
che parleranno della loro vita spirituale con Lorena
Bianchetti ci saranno prossimamente Carlo Verdone, Massimo
Ranieri, Giusy Versace. Novità in vista anche per la
scenografia, il logo, l'interazione con i social e il popolo
della rete.
Ma non c'è dubbio che la novità più grande sono
loro, i preti che rifletteranno a partire dalle pagine del Vangelo. Nella conferenza stampa di presentazione, secondo quanto riportato dalle agenzie, don Vinicio Albanesi.
della comunità di Capodarco, lo ha detto senza tanti giri di parole: «Siamo
stati disprezzati per 47 anni. E' la prima volta che
ricevo un invito dal segretario generale della Cei. Si vede
proprio che è cambiata l'aria». E monsignor Galantino, di rimando: «Se continui così mi farai licenziare...». Anche don Ciotti ha confidato di essere «emozionato e
preoccupato perchè nel passato sono stato invitato una
volta. Hanno protestato perchè parlavo troppo di terra e
poco di cielo e dopo quella volta non mi hanno chiamato
più». Il fondatore di Libera e del Gruppo Abele ha chiesto altresì di
togliere loro di dosso quelle «etichette, preti di strada,
preti antimafia, che ci mettono imbarazzo. I preti sono
preti, punto e basta. Semplicemente la nostra storia dice
che oltre a cercare Dio per incontrare le persone è
possibile anche cercare le persone per incontrare Dio».
Don
Gino Rigoldi, una vita al fianco dei giovani del carcere
minorile Beccaria di Milano, ha dal canto suo dichiarato: «Sono contento,
finalmente potrò parlare di Gesù Cristo! Mi chiedono sempre
di parlare di droga, criminalità, disagio giovanile». Ma
ha aggiunto che nello spiegare il Vangelo in tv non potrà fare
a meno di avere sotto gli occhi «i 40mila ragazzi che in 41
anni ho incontrato al Beccaria». Vedremo in televisione
anche don Patriciello, sacerdote simbolo della lotta in
Campania, nella cosiddetta Terra dei Fuochi, contro il
degrado ambientale. Per lui la sentenza su Eternit è stata
«una pugnalata al cuore» ma «che dobbiamo fare? non dobbiamo
continuare le nostre battaglie?». Lui parroco «in uno di
quei quartieri brutti, che non dovevano mai nascere e dove
invece hanno ammassato le povertà» racconterà delle
difficoltà ma anche delle speranze. Infine, sempre in questo
tandem tra Rai e Cei, il 21 dicembre verranno ricordati i 60
anni della prima Messa celebrata in tv. D'altronde
nell'anniversario c'è un piccolo record: «dalla nascita
della televisione è l'unico programma che non ha mai subito
interruzioni», ha fatto sapere il direttore di Rai1 Leone.