La notizia purtroppo è recente: un sacerdote settantatreenne di Brindisi, accusato di presunti abusi su minori, è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri per ordine dall’autorità giudiziaria locale. Pedofilia: una delle peggiori accuse che possano cadere sul capo di un consacrato che ha il ruolo delicato di educatore e a cui si affidano con fiducia i fedeli. “Una piaga da sradicare”, per usare un’espressione di papa Francesco che anche di recente, in una lettera inviata ai presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, datata febbraio di quest’anno ha ribadito: ”Non c’è assolutamente posto nel ministero per coloro che abusano dei minori”. Non ci dovrebbe essere dubbio.
don Fortunato Di Noto
Quindi giusto denunciare con forza il fenomeno, giusto non passare sotto silenzio le storie di violenza ogniqualvolta vengono a galla. Giusto non abbassare la guardia “mediaticamente” parlando, in nome della tutela dei minori. Ma quante istituzioni, governi, poteri politici, possono affermare di aver reagito con la fermezza che ha contraddistinto gli ultimi due papati di fronte al fenomeno pedofilo dentro la Chiesa?
Sulla questione ebbe a dire con chiarezza don Fortunato di Noto, prete siciliano fondatore di Meter, una vita trascorsa contro gli abusi sui minori e la pedofilia: “Certamente, il passato non si deve dimenticare e neanche gli errori commessi e le omertà, ma è una pagina chiusa. E’ accaduto che diocesi e vescovi abbiano agito coprendo sacerdoti che si erano macchiati di abusi. Ma è altrettanto vero che da almeno una decina d’anni, grazie all’intervento dei due ultimi pontefici, s’è voltato pagina. Oggi un consacrato che viene riconosciuto responsabile di atti di pedofilia viene ridotto allo stato laicale. Punto e basta”.
il cardinale Sean O'Malley
Dobbiamo infatti ricordare che la linea di “tolleranza zero” contro la pedofilia è iniziata con Benedetto XVI, che tra il 2011 e il 2012 ridusse allo stato laicale circa 400 sacerdoti al termine dei processi canonici per pedofilia. Un lavoro di pulizia e di rinnovamento che papa Francesco, già severo con i casi d’abuso nella sua diocesi da cardinale, ha continuato con forza. E’ sua, infatti, l’istituzione della Commissione per la tutela dei fanciulli, nella quale ha inserito anche una donna irlandese, Marie Collins, abusata quand’era bambina da un prete. E sono state reiterate le sue raccomandazioni alla vigilanza e all’impegno per la prevenzione di tali crimini.
Ancora il 31 gennaio scorso, incontrando i membri della Congregazione per la dottrina della fede, li aveva ammoniti a rafforzare l’impegno “nel trattare le problematiche delicate circa i cosiddetti delitti più gravi, in particolare i casi di abuso sessuale di minori da parte di chierici”. Nel settembre del 2014, nel frattempo, il Vaticano ha applicato il nuovo codice penale che prevede il reato di pedofilia e lo ha fatto con il massimo rigore. L’arresto dell’ex nunzio a Santo Domingo, monsignor Jozef Wesolowski, polacco, 66 anni, è stato sollecitato espressamente dal Papa. Il nunzio era stato già stato condannato a giugno dopo un processo canonico, con la conseguente pena della “dismissione dello stato clericale”.
L’ultimo dimostrazione concreta di questo impegno di contrasto alla pedofilia è stata l’avvio a Roma del primo Master post-laurea, inaugurato il 16 gennaio scorso dal cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, e che fornirà un diploma accademico in “Tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. Si tratta della più importante attività del Centre for child protection, istituito tre anni fa con sede nella diocesi tedesca di Monaco di Baviera e che adesso si è trasferito a Roma presso la Pontificia università Gregoriana, retta dei Gesuiti, la più prestigiosa delle università pontificie.
“Noi stiamo identificando i preti pedofili, li si sta perseguendo, si stanno prendendo decisioni. Io aspetto il giorno che altre categorie, che altre realtà comunitarie prendano sul serio il dramma della pedofilia”, così ha affermato di recente monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei . “Tutti quanti sono felicissimi e anch'io sono felicissimo quando beccano un prete o un vescovo che ha commesso questo tipo di crimine. Perché così possiamo subito metterli fuori. Stiamo facendo pulizia. Ma, per tutta l'altra percentuale di pedofilia che è in giro, che cosa si sta facendo?». E riferendosi al fenomeno della pedofilia legato al turismo sessuale aggiungeva: “Le organizzazioni delle agenzie di viaggio, per esempio, cosa fanno per combattere questo crimine? E anche altri tipi di categorie, avete visto per esempio tra i professori, avvocati, ingegneri, che percentuale c'è di pedofilia dichiarata? Non se ne parla proprio”.