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martedì 08 ottobre 2024
 
 

Preti sposati, il Papa: «Il tema è nella mia agenda»

20/02/2015  Bergoglio lo ha detto nell’incontro con il clero romano rispondendo a una domanda del teologo don Giovanni Cereti sul tema dei preti cattolici di rito latino che si sono sposati e quindi non possono più celebrare a differenza dei preti cattolici di rito orientale che possono sposarsi e celebrare

«È nella mia agenda». Così, nell’incontro di giovedì a porte chiuse con i preti della Diocesi di Roma, papa Francesco ha risposto alla domanda di don Giovanni Cereti, teologo e rettore della Chiesa di San Giovanni dei Genovesi a Roma, sul tema dei preti cattolici di rito latino che si sono sposati e quindi non possono più celebrare, mentre i preti cattolici di rito orientale possono sposarsi e celebrano normalmente.

Nell'incontro inoltre, secondo quando riferito da alcuni presenti, il Papa ha raccontato che nella messa che ha celebrato il 10 febbraio scorso a Santa Marta, con sette preti che celebravano i 50 anni di sacerdozio, erano presenti anche cinque preti sposati. «Il Papa», ha detto don Giovanni Cereti intervistato dall’Ansa, «ha accolto la mia proposta favorevolmente, con molta benevolenza. Ha detto che questo problema lo conosce bene e lo ha ben presente». Bergoglio ha anche aggiunto che finora la Chiesa non ha trovato una strada per sanare questa “piaga”, ha spiegato il Papa, e a voler essere sincero, ha aggiunto, non si sa se la troverà.

«Ho introdotto il mio discorso», ha detto don Cereti, «spiegando che quello di oggi è stato un bell'incontro, una festa senz'altro, a cui però mancano all'appello tanti confratelli che negli anni, pur rimanendo grandi uomini di fede, hanno scelto una via diversa, quella del matrimonio. Un tema che si rende ancora più urgente vista la secolarizzazione e la mancanza di clero nel mondo occidentale».

«Ho detto - ha aggiunto il sacerdote - che bisognerebbe affrontare questo problema dalla prospettiva presente nel Concilio Vaticano II che ha autorizzato il diaconato per gli uomini sposati, autorizzazione che preparava la via nelle intenzioni del Vaticano II all'apertura dei preti sposati».

«Perché non aprire questa strada - spiega ancora - a tanti nostri confratelli che hanno scelto la via del matrimonio con l'autorizzazione e la benedizione della Chiesa e partecipano all'eucaristia e alla vita ecclesiale mentre però è stato vietato loro di celebrare messa e di esercitare il ministero presbiterale? Questa è l'unica pena che nella Chiesa esiste dopo che hanno ricevuto l'assoluzione».

Ecco quindi la strada per reintegrare questi sacerdoti secondo il teologo Cereti: «Nella Chiesa antica», fa notare, «esisteva l'indulgenza, veniva data per togliere la penitenza dopo l'assoluzione. Oggi, se ci fosse questa indulgenza nei confronti dei molti preti sposati che desiderano rientrare, questi potrebbero essere riammessi al ministero valutando caso per caso. Si tratterebbe - osserva il teologo - di una soluzione che sanerebbe la ferita della dolorosa mancanza di tanti confratelli che hanno scelto la vita matrimoniale pur non volendo in realtà, abbandonare il sacerdozio».

 
 
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