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lunedì 11 novembre 2024
 
 

Preziosi: le mie Confessioni

29/03/2012  L'attore e direttore del Teatro stabile d'Abruzzo racconta il suo rapporto con sant'Agostino e presenta il volume di Enzo Bianchi allegato a "Famiglia Cristiana".

Far rinascere la cultura a L’Aquila, ricostruire il territorio, martoriato dal terremoto del 2009, non solo dal punto di vista edilizio, ma anche da quello artistico. È l’impegno che si propone di portare avanti Alessandro Preziosi, 38enne attore napoletano, volto celebre di numerosi film e serie Tv, nominato di recente direttore artistico del Teatro stabile d’Abruzzo. «L’idea di riportare una vitalità culturale a L’Aquila nasce dalla difficile condizione della città ma, più in generale, anche dell’arte e del teatro in Italia», spiega Preziosi. «Sto cercando di capire quale tipo di intrattenimento portare, anche creando nuove produzioni con attori di cinema che affascinano in modo trasversale il pubblico e che possono essere visti in teatro, come Pierfrancesco Favino e Filippo Timi. Il primo passo è un festival interdisciplinare, che andrà avanti per tutta l’estate. Il lavoro è lungo, ma è una straordinaria occasione per dimostrare concretamente quanto si ama la cultura».

Nel 2010 Preziosi ha vestito i panni di sant’Agostino in una miniserie per la Rai. Non solo: per lungo tempo ha portato in giro per l’Italia la lettura delle Confessioni, l’autobiografia nella quale il padre della Chiesa ripercorre il suo viaggio verso la fede. Ed è a partire da sant’Agostino che con Preziosi riflettiamo sul tema della ricerca interiore, di cui Enzo Bianchi parla nel libro Una lotta per la vita, quinto volume della collana Buc, la Biblioteca universale cristiana.

– Preziosi, lei ha un rapporto profondo con le Confessioni di sant’Agostino. Quanto ha influito sulla sua vita quest’opera?

«In quell’opera gli insegnamenti ci sono tutti, farli entrare nella propria vita poi è un altro conto. Sicuramente è confortante scoprire quanta passione ci sia nella natura umana e quanto questa passione determini una certa personalità e, di conseguenza, certi errori. Mi piacerebbe dire che Agostino mi ha cambiato e migliorato. Ma se davvero fosse così, oggi non farei l’attore».

– Cosa farebbe?
«Forse soltanto il regista. Il mestiere dell’attore è soggetto a compromessi. Sono sicuro che se accettassi pienamente e mettessi in pratica alla lettera gli insegnamenti delle Confessioni non potrei più fuggire la realtà e non mi sarebbe più possibile fare l’attore in Italia. Agostino non mi ha cambiato la vita perché già prima ero credente, ho sempre vissuto in modo molto onesto. Le Confessioni, però mi fanno riflettere sulla lentezza con la quale accettiamo Dio dentro di noi».

– Nel libro Una lotta per la vita Enzo Bianchi parla della lotta interiore come condizione essenziale per un credente e per ogni uomo in ricerca. Immagino che anche lei viva questa lotta.
«Credo che tutti gli esseri umani abbiano dei punti interrogativi con i quali si confrontano. La generazione che è seguita a quella della Seconda guerra mondiale aveva voluto mettere in discussione tutto, il senso della vita, la religione... Ma alla fine la laicità non ha portato a nulla, ha creato un grande vuoto. Così, oggi il conflitto interiore è quanto mai diffuso. Anche io, che credo in certi principi, sono condizionato dall’intermittenza spirituale del nostro mondo. A un certo punto della vita, però, bisogna risolvere i dubbi e le dialettiche, trovare dei punti fermi, delle certezze».

– Quali sono le certezze della sua vita?
«I miei figli. E la sicurezza di avere vicino due donne, le mie ex compagne e mamme dei miei figli, che sono persone umanamente e moralmente straordinarie. E la certezza di essere una persona fortunata».

– Quali insegnamenti spera di trasmettere ai suoi figli?

«Il nonno materno di mio figlio più grande era abbonato a Famiglia cristiana. E io ho cominciato a conoscere il vostro giornale tramite lui. Ecco, spero di comunicare ai miei figli il senso della continuità, di insegnare loro ciò che la mia famiglia d’origine ha insegnato a me; di dare loro quello che i miei genitori hanno trasmesso a me, soprattutto l’amore e il rispetto per la vita».

Per informazioni sulla Bibblioteca universale cattolica (Buc):
www.famigliacristiana.it/iniziative/buc

 
 
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