Obiettivo raggiunto, superato e rilanciato. L’impegno del Cuamm, Medici con l’Africa, era ambizioso: garantire in cinque anni 125 mila parti sicuri e garantiti in quattro delle zone più a rischio di mortalità materna e infantile dell’Africa. Con 134.910 parti assistiti, 308.102 visite prenatali, 5.929 i trasporti in ambulanza effettuati, 590 tra infermieri e ostetriche locali formati, l’obiettivo del programma “Prima le mamme e i bambini”, lanciato nel 2012 per garantire l’accesso gratuito al parto sicuro delle donne e la cura del neonato in quattro Paesi dell’Afirca Sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Tanzania e Uganda).
I risultati ottenuti dalla campagna e i nuovi impegni per i prossimi cinque anni sono stati presentati dal Cuamm, sabato 5 novembre a Padova, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, in occasione del meeting annuale della storica associazione fondata nel 1950, che oggi è la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane.
Il presidente Mattarella e don Dante Carraro
Il nuovo programma quinquennale “Prima le mamme e i bambini. NutriAMOli” sarà avviato nel 2017 e coinvolgerà non più quattro ma sette 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda), e saranno 10 gli ospedali in cui si opererà per garantire 320.000 parti assistiti, la cura di 10.000 bambini malnutriti acuti gravi e l’accompagnamento nella crescita di 50.000 bambini in modo da contrastarne la malnutrizione cronica.
“Si allungherà, quindi, l’intervento, non più soltanto durante il parto, ma a ‘1000 giorni’, ovvero il periodo che va dall’inizio della gravidanza ai due anni del bambino. Un’attenzione particolare sarà data alla malnutrizione, perché oggi sappiamo che quasi il 50% dei bambini che muoiono in Africa sono malnutriti”, ha spiegato don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. “Nei prossimi 5 anni passeremo da un impegno di 5 a 15 milioni di euro. È una cifra che fa tremare i polsi ma con l’aiuto di tutti ce la possiamo fare, qualcuno può dare tempo, altri una preghiera, altri ancora sostegno qualcuno può andare in Africa. Quello che ci interessa soprattutto, che fa la differenza, è che queste persone, queste vite entrino dentro di noi e segnino i nostri cuori”.
Il presidente Mattarella, dopo aver ricordato la figura di don Luigi Mazzucato, recentemente scomparso, ha detto tra l’altro nel saluto finale: “L’amicizia profonda, sincera, tra di voi, costituisce la base per l'amicizia per i popoli africani. Come la solidarietà, che è il motore primario del vostro impegno, sia sempre accompagnata da conoscenza dei problemi, competenza nell'affrontarli, efficacia nelle scelte compiute. Tenere tanti milioni di persone in condizioni di povertà, chiudere gli occhi di fronte alle guerre e alle catastrofi naturali, significa sottrarsi a un dovere storico. Inoltre ha per noi un costo non solo umano, sociale e politico, ma anche economico, dalle proporzioni difficilmente calcolabili. Ogni euro ben speso in cooperazione, in aiuti allo sviluppo, in integrazione con i Paesi africani comporta, in realtà, anche un investimento per il nostro futuro e per il futuro dei nostri giovani”.
Il cardinale Parolin, invece, ha ricordato la radice cristiana del Cuamm: “Mi pare importante sottolineare questa radice: nasce da una scelta evangelica, dall’impegno per seguire le parole di Gesù. “Andate e curate i malati”, questa radice non si è disseccata. Il Vangelo ci insegna ad essere attenti ad ogni persona che ha bisogno. Conosciamo tutti l’insistenza con cui Papa Francesco lotta contro questa cultura dell’indifferenza, quella del Cuamm è una risposta molto concreta e bella in questo senso. Bisogna fare un’alleanza di fraternità nel mondo, occuparsi dei poveri tra i poveri e aiutarli a crescere”.