Hanno
vinto un miliardario e un socialista. L'esito delle primarie del New
Hampshire conferma che in questo 2016 la corsa verso la conquista
della Casa Bianca (si vota l'8 novembre) è fra le più pazze di
sempre.
Per
ora fra gli elettori prevalgono la rabbia e lo spirito di rivolta
contro la classe politica tradizionale. Così vengono premiati i
candidati con le posizioni più estreme. Trump, che vuole cacciare
gli immigrati e chiudere le frontiere ai musulmani, e Sanders, il
“democratico socialista”, scatenato contro Wall Street e i
politicanti di Washington.
Donald
Trump, arrivato secondo nel voto dello Iowa, stravince in New
Hampshire con il 35,2 per cento dei voti. Il secondo, John Kasich, si
ferma al 15,8 mentre Ted Cruz arriva a 11,7. Resta indietro Jeb Bush
e precipita Marco Rubio, terzo arrivato in Iowa, ma inguaiato da una
pessima prestazione durante un dibattito televisivo prima del voto.
Quindi fra i repubblicani le carte sono tutte rimescolate, anche se i
favori maggiori restano per i due rappresentanti più estremi e
conservatori: Trump e Cruz. Per ora dalla lotta fra i vari aspiranti
repubblicani si avvantaggia Trump, che ha buon gioco a deridere le
zuffe fra i suoi rivali. In New Hampshire è emerso dal mucchio il
senatore dell'Ohio John Kasich, 63 anni, relativamente moderato, ma
non amato dall'ala dura del partito. Vedremo se sarà una meteora o
se riuscirà a consolidare la sua posizione.
Tra
i democratici, dopo il testa a testa nell'Iowa, questa volta
stravince Sanders con il 60 per cento dei voti, mentre Hillary
Clinton si ferma al 38,3. Un brutto colpo per la ex first lady, che
in questa fase sembra perdere anche il voto dei giovani e delle
donne.
Quanto
durerà il momento magico dei due outsider? Di solito nella prima
parte della campagna elettorale gli elettori americani votano “di
pancia”, dando sfogo ai sentimenti più profondi, spesso anti
sistema. Poi i favori si orientano verso i candidati più autorevoli
e affidabili, in grado di garantire la vittoria e la sicurezza
nazionale, quindi capaci di conquistare il voto moderato dei
centristi. Questo, di solito. Ma la campagna elettorale del 2016
sembra davvero imprevedibile.
Resta
un'ultima considerazione. Quella in corso è una campagna in cui si
discutono soprattutto le idee dei candidati, sia pure quelle estreme
o eccentriche. Essere giovani, di bell'aspetto e disinvolti su
Twitter o Facebook non conta. Trump ha 69 anni e una chioma sospetta
che da anni scatena le battute dei comici e gli imitatori. Sanders ha
74 anni e un'aria da vecchio professore spettinato e un po'
trasandato. Eppure piacciono entrambi, molto più dei quarantenni tutti casa e chiesa, sempre ben vestiti e ben pettinati.