«Dio è sdegnato per le guerre scatenate contro l'uomo da chi si professa cristiano e, mentre edifica templi per adorarlo, distrugge il suo vero tempio che è l'uomo». Papa Francesco chiude la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani celebrando i Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le mura spiegando che c’è «un grave motivo che offende l'Altissimo: la violenza sacrilega. Egli dice: “Non posso sopportare delitto e solennità. Le vostre mani grondano sangue. Allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni”. Il Signore è irritato per la violenza commessa verso il tempio di Dio che è l'uomo, mentre viene onorato nei templi costruiti dall'uomo! Possiamo immaginare con quanta sofferenza debba assistere a guerre e azioni violente intraprese da chi si professa cristiano. Viene in mente quell'episodio in cui un santo protesto contro l'efferatezza del re andando da lui in Quaresima a offrirgli della carne; quando il sovrano, in nome della sua religiosità, rifiutò sdegnato, l'uomo di Dio gli chiese perché avesse scrupoli a mangiare carne animale mentre non esitava a mettere a morte dei figli di Dio».
Pensando all’apostolo delle genti il Pontefice lo invoca perché «ci aiuti a cambiare, a convertirci; ci ottenga un po' del suo coraggio indomito. Perché, nel nostro cammino, è facile lavorare per il proprio gruppo anziché per il Regno di Dio, spazientirsi, smarrire la speranza di quel giorno in cui “tutti i cristiani, nell'unica celebrazione dell'Eucaristia, si troveranno riuniti in quella unità dell'unica Chiesa che Cristo fin dall'inizio donò alla sua Chiesa”».
E invece, constata il Papa, «ci sono ancora coloro che ritengono di sentirsi incoraggiati o almeno autorizzati dalla loro fede a sostenere varie forme di nazionalismo chiuso e violento, atteggiamenti xenofobi, disprezzo e persino maltrattamenti verso coloro che sono diversi». La fede, invece, «con l'umanesimo che ispira, deve mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze e aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi. Se vogliamo, sull'esempio dell'Apostolo Paolo, che la grazia di Dio in noi non sia vana, dobbiamo opporci alla guerra, alla violenza, all'ingiustizia ovunque s'insinuano».
Infine ricorda che il tema della Settimana di preghiera - Imparate a fare il bene, cercate la giustizia . è stato scelto, tratto da un passo di Isaia, «da un gruppo di fedeli del Minnesota, consapevoli delle ingiustizie perpetrate nel passato nei riguardi delle popolazioni indigene e contro gli afroamericani ai nostri giorni. Di fronte alle varie forme di disprezzo e razzismo, di fronte al fraintendimento indifferente e alla violenza sacrilega, la Parola di Dio ci ammonisce: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia”. Non basta infatti denunciare, occorre anche rinunciare al male, passare dal male al bene».