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venerdì 13 settembre 2024
 
PRIMO MAGGIO
 

Le Acli: «Il lavoro? Un dramma che reclama giustizia e riscatto»

30/04/2021  «Per affrontare la crisi dobbiamo puntare su tre aspetti strategici: conoscenza, collaborazione, conversione», riflette il presidente nazionale Emiliano Manfredonia

Emiliano Manfredonia, 46 anni, dal febbraio 2021 presidente nazionale delle Acli.
Emiliano Manfredonia, 46 anni, dal febbraio 2021 presidente nazionale delle Acli.

Questo Primo maggio si celebra con dati e tendenze drammatiche: milioni di persone hanno perso la propria occupazione o chiuso la propria attività, e molte persone in situazioni più fragili hanno perso anche le poche opportunità che avevano.

Ma in mezzo a questo dramma, che spesso reclama giustizia e riscatto da tante situazioni di diritti negati e di sfruttamento, troviamo volti e storie che ci consegnano una grande diffusa e popolare dignità, un coraggio e spesso anche una capacità di innovazione e ripartenza, come in molta industria.

In mezzo al dolore e alla sconfitta fiorisce anche la speranza e spesso qualche prospettiva alla quel agganciarci. Per affrontare la crisi dobbiamo puntare su tre aspetti strategici: conoscenza, collaborazione, conversione.

La Conoscenza dice alla politica di investire innanzitutto in istruzione e ricerca, senza dimenticare la formazione, e il carattere permanente che tutto ciò deve avere. La conoscenza è la nuova assicurazione sulla vita da garantire a tutti, fin dai servizi per l’infanzia.

La Collaborazione significa favorire un modello produttivo che punta sulla collaborazione tra impresa, lavoratori, comunità, consumatori, tra territori, paesi. Parte dai contratti per finire alla cooperazione al co-sviluppo, passando per le reti d’impresa, i patti territoriali, le aziende acquisite dai lavoratori.

La Conversione serve per includere tutti nelle grandi sfide della transizione ecologica, del “digitale”, dell’innovazione. La conversione per essere ecologica deve essere anche sociale e civile.

Possiamo avere un futuro del lavoro e del pianeta se vendiamo armi all’Arabia Saudita? Se i paradisi fiscali invece di esser aboliti dettano le regole del gioco? Se poche migliaia di mani accentrano la maggioranza della ricchezza del mondo, e i compensi di tanti manager sono 450 volte quelli dei propri impiegati?

Forse è ora di distinguere nettamente tra legittimo arricchimento e avida attività predatoria che impedisce che la ricchezza prodotta semini e distribuisca, nella società, ricchezza e lavoro.

Emiliano Manfredonia

 

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