I quattro senatori dissidenti del M5S.
“E ora la parola alla Rete!” La Rete, sì, la somma sacerdotessa, la sovrana assemblea internettiana, la camera di consiglio digitale cui affidare la sorte di Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino, Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana, i quattro senatori del Movimento Cinque Stelle rei di “aver violato il regolamento”, come dice Beppe Grillo dal suo blog, o di aver espresso un reato di opinione, come invece sostengono altri compagni del Movimento critici con la linea del suo padre padrone. L’accusa? Avrebbero dato vita a un gruppo “alternativo”, con la creazione di un proprio ufficio di comunicazione. "Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i quattro senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male", scrive il duo Grillo-Casaleggio sul blog, "i parlamentari del M5S hanno fatto un'assemblea congiunta decidendo l’espulsione dei suddetti senatori. A me dispiace, perché in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il Movimento: fate alleanze ... perché non ha fatto alleanze con Letta ... perché non fate. Tutte persone che sul palco quando c’ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: a casa tutti, facevano degli olà che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello".
Dopo un’estenuante riunione psico-dramma in diretta streaming durata fino a tarda notte, i deputati del Movimento, tra lacrime, sfoghi e abbracci, hanno votato una delibera di espulsione dei quattro, da sottoporre al solito voto digitale (che ha avallato la decisione). Chi vota? Come vota? Quanto vota? Chi controlla i click? Nessuno lo sa (o forse lo sa solo Casaleggio). La diretta però ha rivelato un gruppo tutt’altro che coeso. I contrari, automaticamente “dissidenti”, si starebbero organizzando per formare un gruppo autonomo a Montecitorio. Nel frattempo, al Senato, è iniziato un altro processo sulle possibili dimissioni di altri tre dissidenti: Maurizio Romani, Laura Bignami e Alessandro Bencini. E già si parla di altre liste di proscrizione. Se va avanti così, per parafrasare un battuta di un senatore (che a sua volta cita il film Highlander), “ne resterà soltanto uno”. “A questo punto”, ha concluso Orellana al termine dell'assemblea, “attendiamo sereni i voti degli iscritti se sarà possibile restare nel M5S esprimendo liberamente il proprio pensiero e dare le risposte ai 9 milioni di cittadini che ci hanno votato”. #staiserenoOrellana.