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venerdì 25 aprile 2025
 
 

Il garante: «Parliamo dei clienti e non delle vittime minorenni»

15/11/2013  Il Garante dell'infanzia Vincenzo Spadafora denuncia l'eccessiva attenzione dei media alla vicenda delle baby prostitute mentre gli adulti autori del reato escono di scena. Chiede che siano sanzionate le trasmissioni e i giornali che speculano sui minori.

«Non so dire se mi fa più orrore lo spettacolo voyeuristico messo in piedi da molti giornali e trasmissioni o piuttosto constatare che ci si interessa ai ragazzi solo di fronte a casi di cronaca violenti. In questa vicenda, l'eccessiva attenzione rivolta dai media alle adolescenti coinvolte ha relegato gli adulti ad un ruolo secondario mentre occorre agire sulla "domanda", come da tempo raccomanda all'Italia anche il Comitato ONU sui diritti dell'infanzia». È quanto afferma il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora dagli studi della Vita in diretta, sconcertato rispetto al modo in cui molti giornali e trasmissioni televisive stanno affrontando il caso delle ragazze minorenni coinvolte in episodi di prostituzione.

«Gli adulti che inducono le minorenni alla prostituzione vivono tra noi, sono i nostri colleghi, i nostri amici, i nostri fratelli, i nostri padri. E' inaccettabile la tolleranza che la nostra società sembra mostrare contro questi reati. L'attenzione si sposta sulle vittime, oltretutto non sempre riconosciute come tali, mentre gli adulti autori del reato escono così di scena. Mi auguro che al più presto sfruttatori e clienti paghino davanti alla legge il danno gravissimo fatto alle ragazzine. Che cioè siano gli adulti il centro dell'interesse, prima di tutto giudiziario e casomai mediatico».

Spadafora riflette su come siano state gettate nel tritacarne mediatico le vite di queste ragazze: «Il mondo dei media non si è fatto scrupolo alcuno di riportare dialoghi, di indugiare sui dettagli degli incontri; di raccontare la giornata-tipo di ogni ragazza. Pagine e pagine di giornali, ore di trasmissioni per fomentare la curiosità morbosa di un pubblico che sembra non rendersi conto di avere un potere tra le mani: possiamo cambiare canale, non comprare più i giornali che non rispettano, prima di tutto e soprattutto, la dignità delle persone di minore età coinvolte in fatti di cronaca. Tutti possiamo avere un ruolo per frenare questo squallore mediatico, a cominciare dal mondo dell’informazione. Ecco perché rivolgo un appello ai direttori delle principali reti televisive perché sanzionino le trasmissioni che trattano in modo scorretto questi temi così delicati, richiamando l'attenzione degli autori e dei conduttori televisivi al rispetto della dignità di queste ragazze come di tutti i minorenni coinvolti in modo diretto e indiretto in episodi di questo genere».

Spadafora ha citato la Vita in diretta come "esempio di buona televisione" per il modo in cui la trasmissione ha affrontato la questione.

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