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giovedì 03 ottobre 2024
 
 

Liberi i clienti, schiave le prostitute

29/11/2013  L'etica sessuale e la libertà individuale non sono più le sole categorie con cui misurare il problema della prostituzione: oggi è anche una questione di vera schiavitù.

La proposta che il Parlamento francese sta discutendo provoca molte polemiche, ma fa sperare in un adeguamento del dibattito sulla prostituzione ai tempi che stiamo realmente vivendo. E' da molto, infatti, che la "questione prostituzione" ha valicato i pur larghi confini dell'etica sessuale e della filosofia sulle libertà dell'individuo.

I dati che arrivano dalla Francia (si veda la corrispondenza da Parigi) confermano che l'80% delle prostitute attive Oltralpe provengono da Russia, Cina, Romania, Nigeria e Ucraina. Quasi tutte immigrate illegali, sono le nuove schiave della nostra epoca. Anche chi crede di vedere nel sesso a pagamento una manifestazione della propria libertà individuale, non può non chiedersi che libertà sia quella che, per realizzarsi, ha bisogno della schiavitù altrui.

In Italia la situazione non è diversa. Secondo la commissione Affari sociali della Camera, da noi le prostitute sarebbero tra 50 e 70 mila.  Almeno 25 mila di loro sarebbero immigrate e più di 2 mila minorenni. Sicuramente più di  2.000 le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi. Per quanto riguarda i clienti, uno studio commissionato nel 2007 dal Dipartimento Pari Opportunità ha rilevato che sono circa 9 milioni gli italiani che, con tempi e modi diversi, frequentano prostitute.

E' più che giunta l'ora di prendere le giuste contromisure. Quella che arriva da Parigi potrà non essere la soluzione perfetta, ma l'indicazione è giusta: bisogna agire sui clienti. Loro, di sicuro, non sono schiavi di nessuno.


 
 
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