Cari amici lettori, con il numero che avete in mano inizia una serie di racconti, che troverete al centro della rivista, dedicata ai “protagonisti del Vangelo”. Firme importanti di scrittori – da Eraldo Affinati a Enrico Brizzi, da Susanna Bo a Matteo Strukul e altri ancora – ci presenteranno personaggi del Vangelo, restituendoci in modo personale, attraverso il loro sguardo, episodi e figure del Vangelo che ben conosciamo.
Leggendo i racconti, ho ripensato al ruolo dell’immaginazione nella vita spirituale. Potrà sembrare sorprendente associare immaginazione e fede. Siamo infatti eredi di una tradizione illuminista che tende piuttosto a parlare di Dio per concetti e idee, piuttosto che per simboli, immagini o racconti. Ma se guardiamo al modo in cui Gesù ha parlato, ci accorgeremo che si esprime per lo più per immagini e parabole, toccando l’immaginazione più che trasmettendo “informazioni” su Dio. La predicazione di Gesù, in fondo, vuole risvegliare in noi un nuovo modo di immaginare la relazione con Dio, di vedere sé stessi e gli altri. Ecco allora i gigli, i corvi, la donna che cerca con la lanterna la moneta perduta, la parabola del figlio prodigo…. Una grande poetessa, Emily Dickinson, ha scritto che «La lenta miccia del possibile è accesa dall’immaginazione».
Un teologo dei nostri tempi, il compianto padre Michael Paul Gallagher (1939-2015), che ho avuto il piacere di avere come professore negli anni di teologia in Gregoriana, era solito ripetere che «Quando le porte dell’immaginazione si schiudono, allora siamo pronti per Dio». Ascoltare le sue lezioni era un piacere perché procedeva per suggestioni illuminanti, come dei flash che ti catturavano e facevano riflettere.
E se c’è un nemico che uccide l’avventura di vita che la fede dovrebbe essere, questo è proprio la noia – cioè la mancanza di immaginazione –, come sostiene un altro grande pensatore del nostro tempo, padre Timothy Radcliffe. Del resto, la tradizione spirituale dei Gesuiti ha ben valorizzato il ruolo dell’immaginazione ad esempio nella preghiera e nella meditazione: sant’Ignazio suggeriva di “visualizzare” il brano di Vangelo, immaginando il luogo, le persone, l’ambiente…. e di immergervisi dentro, come se si fosse parte della scena. Lo scorso 27 maggio, papa Francesco ha parlato dell’importanza dell’«immaginazione poetica».
Qualcosa del genere immagino abbiano fatto i nostri scrittori, regalandoci uno sguardo nuovo su episodi e personaggi del Vangelo che ci sono familiari…. E restituendoci il loro incontro “della vita” con Gesù, che ovviamente è il vero protagonista dei Vangeli, ma ha lasciato tracce indelebili in chi lo ha incrociato, il cui eco è conservato, seppur succintamente, negli episodi evangelici.
Vi auguro allora di poter gustare queste pagine che ci accompagneranno lungo l’estate. Troverete stili e toni diversi, pagine ricche di umanità, altre persino scanzonate, ma sempre racconti ricchi di “immaginazione”, che ci faranno ripercorrere con occhi nuovi le pagine del Vangelo, accompagnati dalle illustrazioni di Emanuele Fucecchi. Buona lettura!