Sono un’insegnante di scuola media e mi capita sempre più spesso di osservare stati di disagio, di ansia e di insuccesso scolastico tra i miei allievi. Ma il disagio sta correndo veloce anche dietro la cattedra. Lo percepisco nelle parole e negli occhi delle mie colleghe, lo sento sulla mia pelle. Così mi chiedo se sia davvero sufficiente la presenza di uno sportello psicologico che lavora per quattro ore settimanali, che al massimo prevede quattro incontri per studente, e che per noi insegnanti è poco più che una meteora. Quanto dovremmo ancora aspettare perché si riconosca che questa figura sia parte integrante e permanente della vita scolastica?
SILVIA
— Carissima Silvia, oggi più che mai tutti noi stiamo facendo i conti con la paura dei nemici che si sono presentati in questi ultimi due anni nelle nostre vite. Ma la fragilità dei nostri bambini, adolescenti, ragazzi, noi insegnanti la conosciamo da tempo, da ben prima della pandemia. Noi apparteniamo a quella generazione di insegnanti per cui la classe non è un semplice elenco alfabetico del registro, ma un corpo vivo. Un corpo che ci rende vivi ma ci sfida e non sempre troviamo le parole giuste e le strategie per risolvere questioni che non siano di pura aritmetica.
Per fortuna col tempo si è capito che le nostre competenze non potevano arrivare ovunque e, timidamente, da vent’anni a questa parte si è fatta sempre più urgente la necessità di affiancare ai docenti dei professionisti della pedagogia e della psicologia per dare risposte ai tanti problemi che stavano emergendo. Vero è anche però che gli sportelli psicologici sono nati e cresciuti in maniera autonoma su iniziativa delle singole scuole e con finanziamenti che arrivavano a singhiozzo. La mancanza di continuità e di tempo che tu denunci sono sicuramente uno dei nodi più importanti e urgenti da sciogliere. Infatti, la figura dello psicologo, un po’ come era quella del medico scolastico, dovrebbe diventare una presenza stabile e strutturata in ogni scuola, una figura a cui tutti possano rivolgersi in tempi e modi adeguati.
Qualcosa, però, mi sembra si stia muovendo: a novembre è stata depositata in Parlamento una proposta di legge per l’istituzione dello psicologo scolastico e il ministro dell’Istruzione si è espresso favorevolmente sostenendo questa iniziativa. Nel frattempo, cara Silvia, prendiamo quello che di buono sta arrivando anche grazie al Covid.
Infatti, con la nuova Finanziaria, sono stati stanziati 120 milioni, in tre anni, per garantire servizi di supporto psicologico e inoltre sono stati previsti i fondi per un bonus psicologo. Il nostro compito ora sarà quello di farci parti attive nelle nostre scuole perché i fondi vengano spesi e di informare le famiglie, che sappiamo essere più in difficoltà, delle opportunità esistenti affinché le possano cogliere.