Un solo carro armato. Un vecchio modello T-34, risalente all’epoca della seconda guerra mondiale. Secondo i calcoli della BBC, in tutto 51 veicoli, mentre lo scorso anno erano 131 de due anni fa 197. I soldati erano circa 8 mila. Gli aerei, invece, sono rimasti negli hangar. Almeno c’era il sole a dare un po’ di lustro al giorno della vittoria, che ogni 9 maggio celebra sulla Piazza Rossa di Mosca la vittoria contro il Nazismo. Per il resto a Mosca è stata una giornata dal profilo basso, da tempo di guerra e con prospettive di vittoria molto incerte.
Pesava anche la paura per possibili attacchi o attentati, a pochi giorni da quello che le autorità russe hanno denunciato come un attacco di droni contro il Cremlino. In una ventina di località russe i governatori locali hanno annullato le manifestazioni celebrative nel timore di attacchi. I soldati o i mezzi in movimento potevano rappresentare un bersaglio troppo facile.
Nel corso degli anni Vladimir Putin ha presentato questa giornata non solo come la celebrazione di una vittoria storica (quella che in Russia chiamano “la grande guerra patriottica”, costata ai russi 27 milioni di morti), ma anche come la necessità attuale della Russia di contrastare le forze occidentali che, a suo dire, stanno ancora cercando di distruggerla. Oggi Putin ha seguito lo stesso copione.
“L’Occidente”, ha detto, “provoca conflitti e colpi di stato, mantiene un culto del nazismo e distrugge i valori tradizionali per continuare a dettare la propria volontà ai popoli e perpetuare un sistema di furto e violenza”.
"Il futuro della sovranità russa dipende dai partecipanti all'operazione militare speciale", ha sottolineato il presidente russo secondo quanto riporta la Tass. Putin ha definito "criminale il regime di Kiev" e "il popolo ucraino è diventato ostaggio del colpo di stato, dei piani dell'occidente, questa è la causa dell'attuale catastrofe in Ucraina”.
Putin si è anche rivolto ai partecipanti all'"operazione militare speciale" contro l’Ucraina, giunta oggi al suo 440° giorno: "Non c'è nulla di più importante ora del vostro lavoro di combattimento. La sicurezza del Paese dipende da voi, il futuro del nostro Stato e del nostro popolo dipende da voi. (...) Preghiamo per voi”.
Tra le novità della Giornata della Vittoria, rispetto allo scorso anno, la presenza attorno a Putin dei capi di Stato o di governo di sette Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI): Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Armenia e Bielorussia. Nel 2022 non c'era nessuno.